
Cenni Storici. Rubrica a cura del dottor Lelio Finocchiaro
di Lelio Finocchiaro
BANCA ANTICA E MEDIEVALE
La Banca , o meglio l'Istituto Bancario, origine di gioie (poche ) e dolori (tanti) della società in cui viviamo, in qualche modo regola completamente le nostre vite, totalmente dominate da regole finanziarie dentro le quali siamo abituati a muoverci intrappolati in qualcosa che abbiamo finito per considerare del tutto ineluttabile anche se forse non del tutto sempre comprensibile. Generalmente si è portati a credere che sia stato nel Medioevo che siano nate le banche, ma in realtà qualcosa di molto simile è esistito molto prima ed ad esercitare la professione di scambio delle merci, con l'introduzione dell'uso della moneta, furono individui chiamati "trapeziti" dai Greci e "argentari" dai Romani. Inizialmente svolgevano la loro attività presso i templi o nei porti o comunque dove vi fosse movimento di persone, come ad esempio nei mercati. Lavoravano a contatto con la gente e se il banco dove si effettuava la transazione commerciale di prestito o di cambio moneta perdeva liquidità veniva rotto (cosa che diede origine al termine di "bancarotta") . Un grosso problema si pose con l'avvento del Cristianesimo, che non ammetteva il prestito a interesse. Questo valeva però solo tra cristiani, così che tali operazioni divennero caratteristiche di altre "religioni", come quella israelitica che presto si identificò con esse. Tra l'altro il fatto che gli ebrei maneggiassero tanto denaro costituì una forma di invidia che fece lievitare il già diffuso sentimento antisemita (cosa illogica, visto che agli ebrei non era concesso di svolgere la stragrande maggioranza delle professioni).
Il termine banchiere, però, non è del tutto adeguato per definire tali professioni, in quanto una banca, per essere tale, deve svolgere tre precise funzioni, e cioè prestare denaro, ricevere denaro in deposito e battere moneta. In realtà il Medioevo porta con sè l'esaltazione del sistema bancario, e questo essenzialmente per due motivazioni di importanza rilevante. Anzitutto l'invenzione della "lettera di credito", che permetteva ai possessori del denaro di poterlo riscuotere anche in zone molto lontane (pagando un certo interesse) ,evitando di doverlo materialmente portare con sè ( come si era costretti a fare prima)esponendolo così a tutti i rischi connessi al viaggio, come infortuni, rapine, naufragi ecc...
La seconda cosa fu che i più importanti banchieri, e nel Duecento furono famiglie della città di Lucca (come i Ricciardi), furono in grado di prestare rilevanti somme addirittura a Re ed Imperatori, finanziandone le rispettive imprese militari. I rischi connessi a tali attività non erano pochi, poichè poteva capitare di incontrare notevoli difficoltà a rientrare delle somme investite. Alcune famiglie non poterono evitare il tracollo, come i Frescobaldi o gli stessi Ricciardi, mentre in altri casi anzichè restituire il debito si preferì ricorrere ad altre soluzioni (così fu per Cosimo Medici -esponente di una potente famiglia toscana-), a cui venne concessa , a fronte dei crediti, la signoria di Firenze. La lettera di cambio, c'è da dire, non è stata per altro una invenzione Medioevale, visto che si ha notizia di un suo uso addirittura in Cina in tempi di gran lunga anteriori.
Non si può sottacere una altra forma che ha prefigurato l'istituzione bancaria, che è quella degli orefici-custodi i quali, pur non prestando oro (almeno inizialmente), potendo disporre di robuste casseforti e di accurati sistemi di guardia e sorveglianza, apparivano i più adatti a conservare gli averi delle classi più abbienti, ben felici di pagare qualcosa pur di godere della sicurezza derivante da questo servizio. Le loro ricevute di deposito possono a ben vedere essere considerate la prima forma di banconota circolante.
Bisogna attendere il Rinascimento, ed esattamente il 1406, perchè la Banca venga intesa in senso moderno. E a far questo è stato il Banco di San Giorgio a Genova. Col tempo però, il privato gradatamente lascia il passo al banco pubblico ed è la Banca d'Inghilterra la prima vera banca d'emissione.
Naturalmente l'emissione di moneta doveva corrispondere, sia che fossero fiorini o che fossero ducati, alla quantità di oro contenuta nelle casse delle banche. Condizione questa molto diversa dalla attuale, dove per moneta si intende "mezzo di pagamento ", che quindi comprende danaro, assegni, banco-mat ecc..e che più che sulla reale disponibilità in oro conta sul sistema "fiducia", garantita da norme internazionali, per lo spostamento di continue somme di valuta da un posto ad un altro non fisicamente ma con un semplice "click".
Così non era certo nel Medioevo, quando la gente era riluttante a fidarsi di banchieri che spesso andavano falliti e alla luce del fatto che un qualunque evento, come una carestia ,o una epidemia (come la Peste del 1348) bastava a mandare a monte qualunque accordo. Le cose iniziarono a mutare quando a Genova si cominciò a situare il proprio debito in forma di istituto bancario. La potenza del Banco San Giorgio è dimostrata dal fatto che giunse ad aprire ben 76 "gabelle" (gli odierni sportelli).
Per tutto il 1400 furono famiglie italiane a dettare legge in questo campo ,con nomi rimasti famosi, come i Medici, gli Strozzi, i Pazzi, i Peruzzi, ecc.., ma alla fine del secolo presero piede le grandi città del Nord Europa. Fu a Bruges che si cominciò a organizzare periodiche riunioni per stabilire il prezzo delle merci, e queste si tenevano presso il palazzo della famiglia Van der Bourse ( da cui il termine "Borsa").
Lo spostamento verso mercati europei nordici, del resto, seguiva naturalmente le epopee delle grandi casate, come quella degli Asburgo (Carlo V) e fu il momento dell'affermarsi di nomi come Fugger e Hochstetter, tra le famiglie più pronte a sapere sfruttare le occasione che il traffico mercantile offriva loro.