
Sir Richard Colt Hoare e il suo viaggio in Sicilia nel 1790 di Ennio Fiocco
di Ennio Fiocco
Sir Richard Colt Hoare e il suo viaggio in Sicilia nel 1790
Sul finire del Settecento, soprattutto i viaggiatori inglesi, sono stati attratti dal Sud dell'Italia in un percorso sia per mare che per terra alquanto pericoloso per l'attacco dei pirati africani che per i briganti. In particolare, il classico tour finiva a Napoli. La Sicilia con la Calabria venivano paragonati all'Africa, come scriveva ancora all'inizio dell'Ottocento il poeta romantico francese Creuzé de Lesser. Visitare la Grecia era addirittura impossibile e pericolosissimo per il regime dell'epoca. L'inglese Sir Richard Colt Hoare (1758 +1838), erede di una nota famiglia londinese, storico, archeologo e scrittore, ha dato indubbiamente il suo contributo alla storia documentata e ai suoi viaggi e resoconti, dove lo scopo del viaggio è proprio quello di raccogliere dati del tempo antico e paragonarli con il presente della sua epoca dove il testo rappresenta una guida per i viaggiatori. Dopo aver perso la moglie nel 1785, decise di effettuare una serie di viaggi per trovare sollievo al dolore dell'anima. Nel 1819 pubblicò “Classical Tour Italy and Sicily”.
Ho tradotto dal “Journal of a tour Sicily and Malta” da lui effettuato nel mese di aprile del 1790 nella parte del Messinese e la propongo ai lettori. Questa parte del viaggio non è stata per mare, ma su percorsi a volte un po difficili per le strade del tempo.
Richard Colt Hoare ci descrive anche le isole Eolie nella loro bellezza viste in lontananza.
“Lasciai Messina e proseguii attraverso le montagne fino a Milazzo...iniziai a salire un ripido pendio; ma la bellezza della strada e i silenziosi e deliziosi punti panoramici che avevo costantemente davanti agli occhi, o meglio alle spalle, mi resero insensibile alla salita. Il golfo di Messina, chiuso e contratto dalle montagne su entrambi i lati, così come dalla costa opposta della Calabria, presentava una sorprendente somiglianza con alcuni dei più grandi laghi della Svizzera. Raggiunta la vetta, fui improvvisamente e inaspettatamente sorpreso da una delle prospettive più incantevoli che la natura abbia mai offerto all'occhio dell'uomo...Per essere apprezzato, bisogna vederlo; perché le parole da sole non possono rendere un'idea della sua bellezza trascendente. Sotto c'era il porto di Messina e parte della città; di fronte, la costa opposta e le montagne innevate della Calabria; la città di Reggio e la sua costa, che si estendeva a destra; e a destra; e a sinistra, lo stretto, con Bagnara, e la città e le rocce di Scilla.
Questi erano gli scenari che mi lasciavo alle spalle. Davanti a me si estendeva un'ampia distesa di costa, con Lipari e le sue isole dipendenti, lo Stromboli fumante, la città di Milazzo e la singolare striscia di terra su cui è costruita; e in primo piano, una lunga catena montuosa, con le rovine di un castello solitario, che ne coronava una delle vette più elevate. Per un po' continuai a scendere lungo una buona strada, che alla fine cessò. Il mio sentiero mi condusse poi per un tratto nel letto o sulla riva sassosa di un fiume; che, dopo forti piogge, doveva essere pericoloso, se non impraticabile. Poi mi condusse in una pianura, ricca di fichi, gelsi e altri alberi da frutto. Avvicinandosi al mare, la pianura si allarga e la terra è coltivata a grano. Le montagne sulla sinistra, cosparse di villaggi sparsi e sormontate dalla cima innevata dell'Etna, presentano un aspetto molto pittoresco.
Il Padre Reggente dei Carmelitani di Milazzo, al quale avevo inviato una lettera di raccomandazione, venne a incontrarmi con le carrozze e mi condusse al suo convento. Fui propiziato dal bel tempo per visitare l'unica curiosità della moderna città di Milazzo. Mi riferisco al Castello, che sorge su un'altura elevata e domina una vista incantevole ...come la maggior parte di quelli in Sicilia, è trascurato e privo di avamposto...Lasciai Milazzo e la sua fertile pianura e proseguii il mio viaggio lungo la costa, verso Patti. A Oliveri trovai un ripido passo attraverso la montagna, ricca di querce e altri alberi ad alto fusto; e durante la discesa mi si presentarono diverse vedute pittoresche delle isole Lipari. Non ebbi tempo di visitare i resti dell'antica città di Tyndaris... I panorami su Patti sono molto gradevoli. Le colline sono varie, il terreno ben coltivato e l'orizzonte verso il mare piacevolmente interrotto dalle isole Lipari; di cui ho goduto una vista frontale dalla finestra del mio appartamento, presso il convento dei Padri Conventuali di S. Francesco... Durante la prima parte del viaggio, ho osservato molti villaggi sparsi tra le montagne; sulla sinistra, l'Etna, che ergeva la sua cima fumante e al tempo stesso innevata, ben al di sopra di tutti; e di fronte, lo Stromboli, sempre in fiamme”.
Interessante il resoconto di viaggio nelle descrizioni di Sir Richard Colt Hoare.