Da Milazzo in linea Ettore Resta. 'Dove sei papà'. Puntata n.5
di Ettore Resta
5 Ustica. Dove sei papà Capitolo 9
‘Da dove si scende per andar giù?’ chiese ad uno dei signori che ruotavano intorno alle altre bancarelle poste lungo la stradina. Indicando col dito fu risposto: ‘’Da quella parte, ci sono i gradini.'' Ella ringraziò ed andò. Quando fu dentro, l'ampiezza della bolgia apparve maggiore insieme ad un caldo irrespirabile. La bava di vento si doveva essere dimenticata di soffiare, malgrado ciò, dopo essersi ambientata, tutto divenne suggestivo. 'Robi mettiamoci in coda anche noi, ho una fame.' Così seguito il turno, tornò anche lei con in mano due pitti ricolmi di fritture, pane con la salsiccia ed un bicchiere colmo di vino. Il problema non fu come trasportarli, ma come mangiarli non trovando un appoggio. Il cordolo di cemento che divideva il fondo del vascone in ampi quadrati, le venne incontro trasformandosi in tavolino e sedile, un poco scomodo ma tutto fu buono. 'Ne prendiamo ancora?' chiese a Robi e lui non esitò a confermare. Questa volta la fila fu saltata. Scavalcate le transenne prese e porse, bevve e porse ritrovandosi con le mani piene. Mangiò e bevve, e più beveva più quel vino usticese dipingeva il sorriso sul suo volto. 'Robi abbiamo bevuto molto, è meglio che andiamo. Però aspetta che mi appoggio un poco alla parete, ho le gambe che non mi reggono, intanto termino.' Disse Cinzia a se stessa dal viso color peperone e dagli occhi brillanti come diamanti. Aveva mangiato e bevuto per due. ''Dove butto i piatti sporchi? A ecco, la vi sono i bidoni per i rifiuti. '' Eseguì e credendo di avere il compagno sottobraccio, scansando questo e urtando con quell' altro, raggiunto i gradini, appoggiandosi bene alla parete, riuscì a portarsi in strada. Aveva provato prima ma forse per il vino, forse per la musica da ballare, non era riuscita a venir fuori. Appena fuori puntò la rotta verso alcuni tavoli imbanditi. '' Non sono ancora sazia! Come si può rinunciare alla pasta con il finocchio selvatico, alle lenticchie lesse, alle panelle.'A quelle parole si sentì male.' Prima abbiamo preso il secondo, adesso passiamo al primo!' Appoggiatasi nuovamente al muro, non riuscì a dar fondo a quanto aveva ritirato. 'Assaggia anche tu, sapessi che buoni.' Mi spiace, la pasta col finocchietto è finita.' 'Finita?' 'Finita!' esclamò perplessa la donnetta quasi rammaricata. Vicino era una elegante vecchietta, con in mano due piatti ricolmi e con suo fare sembrava cercasse qualcuno. 'Posso tenerli io!' propose la giovane. 'Mi farebbe una cortesia. Cerco mia figlia ma non riesco a vederla.' Così consegnandole un piatto aggiunse: 'Sà cosa le dico? Mangiamocela noi, lei si arrangerà, peggio per lei che si è allontanata.''. Un '' Grazie, grazie !'' Ma era già notte profonda quando decise di raggiungere il pulmino. I pipistrelli che avevano volteggiato tutta la notte, stavano pian piano per sparire e lei ebbe paura, forse troppo tardi. Rientrare in paese a piedi sarebbe stato lungo ed angosciante. Ridacchiando sali a bordo dell’unico pulmino ed attese che partisse. Sarebbe scesa in porto o nelle vicinanze. L'autista doveva aver prolungato il servizio. La mezzanotte era trascorsa da un bel poco. Le ore piccole erano giunte galoppando ed adesso tendevano a raggiungere l'alba.'' Peccato tu non sia potuta venire con noi.'' Avrebbe detto alla barca. '' Proprio peccato, tu non sai cosa ti sei persa.'' Reggendosi a stento, salì in barca. Da lì a poco, il tempo utile per andare in bagno, il russare profondo echeggiò nel silenzio. Al mattino seguente, malgrado i pescherecci avessero effettuato il loro chiassoso rientro, i passeggeri in banchina avessero ciarlato tanto, l'aliscafo fosse partito con tanto fragore e la nave avesse dato fondo all'ancora con un boato e con rumore aveva fatto scorrere la catena, il sole iniziasse ad essere alto e forte, Cinzia continuò a rimanere immersa nel suo indisturbato torpore. Il vino che aveva buttato giù e stipato nelle elastiche otri dello stomaco aveva rifiutato di essere smaltito. Quando si svegliò tutto le apparve strano. Strofinatasi gli occhi, guardato meglio: 'Ma sono nel mio letto! '' esclamò ponendo le mani sul viso come volesse col tatto confermare la propria presenza. 'Non può essere '' continuò piena di sgomento. 'Ho sognato, ho sognato.’ continuò a ripetere disperata. Alzatasi di scatto, vestitasi di tutta fretta, corse verso la ringhiera che dava sul porto. La bianca barca dalla maestosa vela non c'era. Il porticciolo era quasi sgombro... Scrutato l'orizzonte, era libero...non vi erano barche veleggianti. '' Eppure tutto era stato vero, stranamente vero. Robi che si sia nascosto dietro l'isola?' Ancora incredula tornò lentamente sui suoi passi guardando per terra come non avesse la forza di sollevarli. Presa dallo sgomento, inglobata in una grande visione, aveva girovagato da sola per tutta l'isola. Riportatasi in camera, portatasi nella doccia, si lasciò scorrere addosso tanta acqua calda. Sollevato il capo, rivolto lo sguardo al cielo al di là della pioggia. ''Grazie Dio!'' esclamò '' Come sei grande!'' Col dorso della mano asciugò le lagrime uscite per tanta felicità. Sorrise. Decisasi all'idea di non immergersi più nelle rievocazioni, intuì che la terapia migliore per curare quel genere di male in cui era incappata, era il non lasciare spazio al ricordo di Robi col richiamarlo sempre al presente. Doveva assolutamente evitare di toccare il passato dedicandosi nella reale solitudine unicamente alla ricerca di suo padre.