Da Ravenna in linea Massimo Restuccia. I ricordi del passato. Tra documentari e libri
di Massimo Ristuccia
Bellissimo pomeriggio documentario su Carlo Tresca e presentazione libro COME UNA QUERCIA con autore. Grazie per la dedica che mi ha fatto.
Inoltre anche presentazione libro di Velentina D’addazio Passeggiate anarchiche in Abruzzo sulle orme di Virgilia D’Andrea, Carlo Tresca e Umberto. Postiglione.
ALESSANDRO INCERTI COME UNA QUERCIA
Vita e battaglie di Carlo Tresca
“Ma io continuo a restare, come quercia che non muove foglia allo strepidar dei venti, al di qua della barricata, sotto le bandiere rosse,
che sono le bandiere immacolate dell’ideale anarchico, che è il mio, e che non ho rinnegato”. Carlo Tresca
Sono passati più di ottant’anni dalla sera dell’11 gennaio 1943 quando Carlo Tresca, direttore del settimanale Il Martello, venne ucciso in un agguato a New York. L’assassino era un mafioso italo-americano, ma sui mandanti ci sono ancora incertezze. Nato a Sulmona nel 1879, Tresca era emigrato in America nel luglio del 1904.
Anarchico e sindacalista, giornalista e oratore di incredibile carisma, fu tra i protagonisti delle lotte politiche e sociali degli Stati Uniti del suo tempo. Guidò scioperi che durarono mesi, pubblicò giornali che denunciavano padroni e mafiosi, vinse e perse decine di processi per la libertà delle sue idee e dei lavoratori di ogni paese immigrati in America, ebbe un ruolo di rilievo nella campagna a favore di Sacco e Vanzetti. Per quasi quarant’anni l’FBI lo considerò tra i più pericolosi sovversivi d’America. Socialista rivoluzionario e anarchico, antifascista e antistalinista, era scomodo per tutti. Nel 1928 l’Ovra, la polizia politica fascista, lo definì il “campione dell’antifascismo nordamericano”.
Lo stesso anno il console generale di New York notificò all’ambasciatore De Martino che per infliggere un colpo
mortale all’antifascismo sarebbe bastato “liquidare Carlo Tresca”. Al suo funerale a New York un corteo di ottanta automobili cariche di fiori e migliaia di persone. Operai, tessitrici, intellettuali, artisti, scrittori piansero quello che fu definito “l’uomo più buono del mondo”. Poi su di lui, per anni, scende il silenzio.
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Alessandro Incerti, nato a Reggio Emilia (1988), laureato in Scienze Storiche presso l’Università di Bologna, attualmente collabora con l'Istituto per la Storia della Resistenza e della Società contemporanea di Reggio Emilia (ISTORECO) e con la Fondazione Fossoli di Carpi (MO), dove si occupa di progetti di ricerca e divulgazione storica.
Maurizio Maggiani (Castelnuovo Magra, 1951) è uno dei più noti scrittori italiani. E’ autore di numerosi libri, per i quali ha vinto prestigiosi premi letterari, tra cui: màuri màuri (1989); Il coraggio del pettirosso (1995); La regina disadorna (1998); Il viaggiatore notturno (2005; premio Strega); Meccanica celeste (2010); Il Romanzo della Nazione (2015); L’amore (2018); L’eterna gioventù (2021). Come giornalista scrive articoli per i quotidiani “Il secolo XIX”, “La Stampa”, “Quotidiano Nazionale”.
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Il regista Angelo Figorilli presenta il documentario L’Uomo più Buono del Mondo - la leggenda di Carlo Tresca :
https://laromana.stamparomana.it/sindacalisti-carlo-tresca-luomo-piu-buono-del-mondo/
Nel libro Come una quercia, si ripercorrono le tappe della vita avventurosa e delle battaglie coraggiose di Tresca, emigrato dall’Abruzzo all’America per necessità e diventato un simbolo della resistenza alle ingiustizie sociali e politiche.
TRESCA, Carlo
– Nacque a Sulmona (L’Aquila) il 9 marzo 1879, sesto di otto figli di Filippo e di Filomena Fasciani.
La famiglia Tresca era benestante e godeva di un certo riconoscimento sociale in città, dal momento che il nonno paterno era un proprietario terriero, mentre i genitori della madre possedevano una scuola di musica. Intervenuti successivamente problemi economici, Carlo non poté completare l’istituto tecnico. Aveva mostrato, peraltro, una scarsa attitudine verso l’istruzione, per cui si fece ben presto una fama di ‘scapestrato’, anche a causa delle sue aperte denunce ai notabili locali e per il sostegno offerto invece alle rivendicazioni degli artigiani e dei contadini. Si avvicinò al socialismo e al giornalismo, divenendo segretario di un sindacato dei ferrovieri e scrivendo su Il Germe, organo di Sulmona del partito socialista. Veemente accusatore del clero e delle autorità pubbliche negli scritti, per via delle sue attività militanti e propagandiste venne arrestato nel 1902, cosa che sarebbe avvenuta più volte nel corso della sua esistenza.
Proprio per evitare la galera a causa di una condanna per calunnie, nel 1904 decise di emigrare alla volta degli Stati Uniti e nello stesso anno si sposò con Helga Guerra, da cui ebbe una figlia.Digiuno d’inglese, venne colpito dalle abitudini americane così profondamente differenti da quelle europee, ma anche dall’intensa vita commerciale e dalla diversità etnica della popolazione. Stanziatosi a Filadelfia lavorò per Il Proletario, organo della Federazione socialista italiana, associazione di immigrati di ispirazione socialista da cui si allontanò per dissapori nel 1906 continuando, poi, la sua attività giornalistica in altri giornali italoamericani come La voce del popolo, La Plebe e successivamente L’Avvenire. Anche negli Stati Uniti Tresca diede anima alla sua verve polemica, dal momento che i suoi articoli si caratterizzarono per i veementi attacchi ai banchieri, ai consoli e ai prominenti, cioè i leader delle comunità di immigrati italiani che, a suo dire, imperversavano nei quartieri etnici delle città americane.
Si avvicinò al sindacalismo rivoluzionario dell’Industrial workers of the world (nato nel 1905), distinguendosi tra i principali agitatori in alcuni scioperi di massa come quello del 1912 delle industrie tessili di Lawrence, in Massachusetts, che vide coinvolti anche importanti attivisti di sinistra a lui vicini come Arturo Giovannitti, Elizabeth Gurley Flynn (a cui si legò sentimentalmente), Bill Haywood, Joe Ettor; nonché quello del 1913 delle seterie di Paterson, in New Jersey. Nel 1916 ebbe un ruolo molto attivo nello sciopero dei dipendenti della Oliver Iron Mining Company in Minnesota e venne arrestato con l’accusa di complicità in omicidio. Ne uscì scagionato, ma ne nacque una forte tensione con Bill Haywood, leader degli Industrial workers of the world, da cui si allontanò per divergenze riguardanti la gestione del processo. Tresca ebbe in generale una crescente conflittualità con il mondo dell’anarchismo, mentre fu un acceso oppositore del primo conflitto mondiale e, successivamente, uno strenuo difensore di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti durante il loro celebre processo che si concluse con la condanna e l’esecuzione dei due anarchici italiani