I delfini, compagni di viaggio di Lazzaro Spallanzani di Ennio Fiocco

di Ennio Fiocco

I delfini, compagni di viaggio di Lazzaro Spallanzani.

Ho estrapolato dall'opera pubblicata nel 1792 “Viaggi alle Due Sicilie e in alcune parte dell'Appennino”, tomo secondo, alcune constatazioni dell'abate-scienziato Lazzaro Spallanzani. Propongo ai lettori alcuni passaggi che ritengo interessanti. “Partito essendo da Napoli per la Sicilia li 24 di Agosto del 1788, e l'entrante notte oltrepassate avendo di molto le bocche di Capri,cominciai a scorgere cotal prodigio di Stromboli, quantunque da me lontano...Pareva un soffio di vampa, che d'improvviso mi feriva debilmente gli occhi, e che dopo due o tre secondi spariva. Scorsi dieci o dodici minuti primi, ricompariva la fiamma, poi dileguavasi. Per più ore fui contemplatore di quel picciolo spettacolo, il quale diversificava solamente nella maggiore o minore durata, e negl'intervalli alle accensioni frapposti. I marinai, da' quali era condotto, guardavano con occhio di compiacimento que fuochi, senza cui, mi dicevano essi, nelle oscurę notti fortunose correrebbero assai volte gran rischio, o di andar naufraghi in alto mare...”.

Lo Spallanzani in un primo tempo si diresse a Messina e in altri luoghi dell'isola e, successivamente, il primo ottobre 1788 visitò lo Stromboli servendosi di una feluca partendo come base da Lipari dove era alloggiato.

“Era di buon mattino, soffiava un forte, ma spiegato libeccio, accompagnato da interrotte nubi temporalesche. Agitato era il mare...il padrone della feluca, che era altresì il timoniere, sperar mi fece che non incontreremmo disastri, e sol mi disse scherzando, che avremmo ballato. Spiegate erano tutte le vele, e l'andar nostro non era un correre, ma volare...e in men di tre ore giungemmo a Stromboli...Per qualche tratto di viaggio fummo accompagnati da una torna di marini animali, che ci fecero una specie di corteggio. Questi erano Delfini, che preso in mezzo il nostro legnetto si diedero a scherzarvi attorno, e a trastullarsi, guizzando da prora a poppa, e da poppa a prora, d'improvviso profondandosi nell'onde, poi ricomparendo, e fuori cacciato il muso, lanciando a più piedi di altezza il getto d'acqua che a riprese espellano dal forame che sul capo si apre. E in quegli allegri lor giochi appresi cosa non mai da me veduta nelle migliaia di questi piccioli cetacei in altri mari osservate. Ciò fu l'indicibile loro prestezza nel vibrarsi dentro l'acqua. Uno o più delfini talvolta movevano da prora a poppa. Ad onta di dovere allora rompere l'impetuoso scontro del fiotto, volavano con la rapidità di un dardo...”. Continua nella descrizione affermando che “Durante quella veleggiata, Stromboli che aveva in faccia, e a cui di mano in mano io mi appressava, coperto era alla cima di un densissimo fumo, che giù fino al ciglio del Monte si distendeva. Quando giunsi a terra erano nove ore del mattino, e già ardendo di voglia di occuparmi intorno al suo Vulcano, ne salii senza indugio i fianchi, finché pervenni all'estremo lembo del fumo, voglioso di espiarlo con attenzione...simulava perfettamente le nubi. Nericcio ed oscuro ne era lo strato inferiore, biancheggiante, e chiaro il superiore...Il rimanente della giornata lo impiegai per interrogare quegli isolani su i diversi accidenti del loro Vulcano, a coloro singolarmente rivolgendomi, che a me sembravano meritare più credenza. Spirando tramontana, o maestrale, piccioli e bianchi sono i fumi, e moderatissimi gli strepiti del Vulcano...”.

Nell’Età dei Lumi per la prima volta vengono poste le basi di un concetto moderno ed europeo del sapere che oltrepassa i confini politici e geografici, con la creazione di uno stile internazionale illuministico, il cui aspetto artistico e letterario segue il modello estetico neoclassico.

Nell'opera i Viaggi alla Due Sicilie emerge una vivacità narrativa che mira a mettere in pratica uno sperimentalismo naturalista-filosofico dove la natura è una officina scientifica e gli oggetti da esaminare sono i fenomeni dell'ambiente. In sostanza, i luoghi visitati dallo Spallanzani sono fonti emozionali dove l'amore per la verità scaturisce dal desiderio di conoscenza, coadiuvandosi sempre con la verifica sul campo. Indubbiamente, la pubblicazione è contraddistinta da una profonda accuratezza del metodo sperimentale dove la natura manifesta la sua potenza e i Vulcani sono i protagonisti del palcoscenico delle meraviglie. Nello scienziato-esploratore si manifesta una corposa sensibilità del paesaggio, alquanto originale ed unica nel suo genere e un turbamento nei confronti della natura. Ancora un volta Lazzaro Spallanzani ci stupisce per la sua attualità e nella ricerca esplorativa delle isole Eolie che ci continuano ad appassionare.

Categoria
cultura

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