Cassazione (e non solo)... sentenze scritte in ritardo il giudice va sanzionato
Il giudice, se smaltisce in ritardo gli atti arretrati, deve essere punito con una sanzione che sia proporzionata al ritardo. La Cassazione - come riporta Il Messaggero in un articolo sul quotidiano di oggi - ha dato torto ad una giudice che aveva fatto ricorso dopo una sentenza della sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura.
Quest’ultimo, infatti, aveva disposto a carico della giudice una sanzione di due mesi di perdita di anzianità di servizio perché le ordinanze di cui doveva occuparsi erano rimaste ferme per più del triplo dei tempi previsti. Di fronte ai ritardi accumulati gli Ermellini sostengono, in linea con il Csm, che «non rappresentano idonea giustificazione il carico di lavoro pur ingente nè le carenze di organico dell’ufficio, trattandosi di circostanze che non escludono la possibilità del magistrato di meglio auto organizzare il proprio lavoro per evitare ritardi».
La giudice era stata ritenuta responsabile di aver «mancato ai doveri di diligenza e laboriosità con reiterati, gravi e ingiustificabili ritardi nel compimento degli atti relativi all’esercizio delle funzioni». I fatti contestati riguardano processi e ritardi accumulati tra il 2016 e il 2021.