Messina, perseguita l'ex moglie con pedinamenti e via chat: sentenza di condanna in Appello
I giudici della seconda sezione penale di Messina, presidente Carmelo Blatti, hanno condannato a un anno e due mesi un uomo di 55 anni residente in provincia di Messina per stalking. La pena è stata sospesa a condizione che l'imputato partecipi a percorsi di recupero. Avrebbe provocato un profondo stato d’ansia nell’ex moglie, non solo con pedinamenti e messaggi WhatsApp, ma con una guerra a colpi di esposti e carta bollata.
L’uomo prima si è rivolto all’Asp di Messina segnalando presunte carenze dei requisiti igienico sanitari nell’abitazione dove la vittima viveva con le figlie. Poi ha chiesto l’accesso agli atti in Comune per verificare la regolarità urbanistica dell’immobile di proprietà dei suoceri. E ancora ha sollecitato un accesso al provveditorato degli studi di Messina per verificare alcune dichiarazioni della parte offesa.
In primo grado è stato assolto, adesso i giudici di secondo grado lo hanno invece condannato. La moglie assistita dall’avvocato Massimiliano Fabio ha raccontato le sofferenze patite dalla separazione. «Me lo ritrovavo dappertutto, non mi sentivo libera di vivere la mia vita liberamente», ha detto. La vittima ha dovuto più volte modificare le sue abitudini per cercare di evitare di incontrare l’ex.
«Tua figlia ha provocato un incidente, dacci i soldi e non va in carcere»: sventata truffa ad un'anziana di Capo d'Orlando
Sventata una truffa ai danni di una pensionata di Capo d’Orlando, nel messinese. La donna, sola in casa, è stata contattata sul telefono fisso da un falso carabiniere che le ha riferito di un incidente stradale provocato da una delle figlie, chiedendo 12.500 euro per evitarne l’arresto. Quasi nello stesso momento, la pensionata ha ricevuto una seconda telefonata sul cellulare da un falso avvocato che sosteneva di rappresentare la persona ferita. Un espediente studiato per impedirle di chiamare i familiari o allertare qualcuno.
Pressata dalle richieste, la vittima stava per cedere alla richiesta del truffatore quando è arrivata l'altra figlia, che ha capito subito l’inganno e ha dato l'allarme ai carabinieri. Sono in corso indagini per individuare i responsabili.