Da Messina in linea Carlo D'Arrigo 'Le opposizioni preferiscono la polemica'
di Carlo D'Arrigo
Le opposizioni preferiscono la polemica
L'articolo 595 del Codice Penale disciplina il reato di diffamazione che si configura quando una persona offende la reputazione di un'altra comunicando con più persone. Naturalmente è prevista una pena che va da un anno di reclusione a pene pecuniarie.
Ma, chiaramente, ciò non interessa tanti soggetti dell’opposizione di governo, annebbiati di odio e rancore. Chi non sa più a cosa attaccarsi per contestare passa all’insulto. Il ricorso all’insulto è indice di debolezza e di pochezza di argomenti utili alla conversazione. Sono tre anni che la Presidente del Consiglio è insultata. Insulti come “carciofara - pesciarola” e simili non servono per raccogliere voti. Se l’opposizione non capisce che tale comportamento non è produttivo significa che ha crisi di intelligenza. Non esistono altre “diagnosi”. Personalmente avrei seri dubbi a preferire loro che mostrano tanti limiti di comprendonio.
Cari signori di sinistra, se mi sento dire che sono un imbecille perché voto determinati politici non penserò mai di cambiare idea per preferire voi. Chiaramente quanto recitato non vuole lodare la Presidente Meloni, ma mostra come il Governo in carica non ha una opposizione valida ma solo un’accozzaglia di rabbiosi pseudopolitici in cerca di potere. E di lauti stipendi. In un talk show alla domanda rivolta ad un esponente della sinistra, su quale fosse il loro programma, ho sentito rispondere: battere la destra! Ma che significato ha? Un programma di opere di governo è un piano che elenca idee e progetti specifici, riguardanti infrastrutture, servizi, sviluppo economico e altro ancora.
Chiaramente per fare tutto ciò devo essere al governo e, quindi, devo battere quello attuale, ma il fine non è “battere” l’esecutivo in carica ma avere un programma. Che non c’è! Ma c’è un aspetto inquietante in tutta questa faccenda. Chi ascolta e approva gli insulti non si rende conto dell’assurdità del comportamento di una opposizione che, di fatto, è inesistente perché manca di idee. Si può ricordare il mito della caverna di Platone: tanti personaggi incatenati guardano verso il muro interno della caverna e non sanno cosa succede fuori. Il loro unico problema è litigare tra loro ma non sapranno mai cosa succede fuori.
*Già docente di Fisica Univ. di Messina