Stranamente e Controsenso parte 7 di Federico Lo Schiavo

di Federico Lo Schiavo

STRANAMENTE È CONTROSENSO – PARTE 7
(Rubrica a cura di Federico Lo Schiavo)
Dopo la pausa di agosto, legata alle vacanze di tutti gli italiani e non solo, riparte la rubrica che tanto ha fatto discutere: Stranamente è controsenso.
Questa rubrica nasce dal desiderio di raccontare le storie di chi è discriminato, dei giovani che non sempre vengono compresi fino in fondo, spesso a causa di pregiudizi. Ma vuole anche affrontare quei temi che possono sembrare scomodi, e che invece ci riguardano tutti.

Settembre porta sempre con sé un’atmosfera particolare: le città si riempiono di zaini, quaderni e nuovi inizi. La scuola riapre i battenti e con essa si accendono l’entusiasmo e l’ansia di chi intraprende un percorso di crescita fatto non solo di lezioni ed esami, ma anche di amicizie, scoperte, prime responsabilità.
L’università, poi, rappresenta per molti la porta verso l’età adulta, un ponte tra il mondo protetto dell’adolescenza e le sfide di un futuro che ciascuno prova a costruire con le proprie forze.
E non dimentichiamo chi riprende il proprio lavoro, o chi non ha mai smesso durante l’estate, garantendo ogni giorno servizi essenziali agli altri.

Negli anni formativi si impara che lo studio è fatica, dedizione, ma anche possibilità di riscatto: la promessa che attraverso l’impegno personale si possano aprire strade nuove, indipendentemente dalle origini o dalle conoscenze. La scuola e l’università dovrebbero essere i luoghi in cui vince il merito, in cui a fare la differenza non è il cognome che porti, ma la passione e la tenacia che metti in ciò che fai.
Eppure, in Italia, troppo spesso accade il contrario. Ci sono studenti brillanti che vedono svanire i loro sforzi davanti a porte chiuse, concorsi rallentati o viziati da logiche che nulla hanno a che vedere con la preparazione. Il merito, tanto evocato nei discorsi pubblici, rischia di restare un concetto astratto, mentre a prevalere sono altre dinamiche: raccomandazioni, appartenenze, scorciatoie.
Ed è un peccato, perché l’energia dei giovani e la bellezza degli anni di studio meritano di essere sostenute, non frustrate. Ogni settembre, dietro ogni banco di scuola o dietro i cancelli di un ateneo, si nasconde un talento che potrebbe diventare ricerca, innovazione, progresso. Se non si mette davvero il merito al centro, quel talento rischia di disperdersi, e con esso si perde un pezzo del futuro del Paese.

Ripartire da scuola e università significa quindi ripartire dal merito. Significa dare a ciascuno la possibilità di crescere secondo le proprie capacità, senza dover bussare a porte privilegiate. Solo così l’inizio dell’anno scolastico non sarà una promessa disattesa, ma il primo passo verso una società più giusta e capace di valorizzare davvero chi studia, chi sogna e chi si impegna.
Sogno un mondo dove chi desidera diventare qualcuno, si impegna e ci riesce, senza ostruzionismi e senza cugini o zii a spianargli la strada.

Ragazzi, io sono con voi: lo studio è parte della vita, e vi offre la possibilità di essere indipendenti. Non sprecate il tempo a scuola o all’università. Arricchite il vostro bagaglio culturale e non arrendetevi mai: voi ce la farete.
Prima di salutarvi, voglio lanciare un messaggio anche a chi non è portato per lo studio. Non siete ai margini della società, anzi. Non abbiate paura di chiedere aiuto alle persone giuste, a chi può davvero capirvi. Fatevi strada, trovate il vostro modo di comprendere le cose. Diventerete anche voi ciò che volete, basta avere un obiettivo e impegnarsi per raggiungerlo.
Con affetto, BUON SETTEMBRE

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