
Sicurezza in pillole a cura dell'ing Francesco Marotta
di Francesco Marotta*
DVR: molto più di un obbligo, il cuore della sicurezza in azienda
Il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) è spesso percepito come una scadenza normativa da rispettare, un adempimento burocratico da archiviare nei cassetti degli uffici. In realtà, il DVR è molto di più: è lo strumento cardine della cultura della sicurezza aziendale, la bussola che orienta decisioni, investimenti e comportamenti quotidiani. Redigerlo e aggiornarlo non significa soltanto “essere in regola con la legge”, ma costruire giorno dopo giorno un ambiente di lavoro sicuro, efficiente e consapevole.
In questo approfondimento analizziamo quando e come deve essere aggiornato il DVR, quali errori evitare e perché rappresenta una leva culturale fondamentale per ogni realtà produttiva.
DVR: cos’è e perché è fondamentale
Il Documento di Valutazione dei Rischi è il punto di partenza di qualsiasi strategia di prevenzione. Attraverso il DVR il datore di lavoro:
individua i pericoli presenti; valuta i rischi a cui sono esposti i lavoratori; definisce le misure di prevenzione e protezione; pianifica le azioni di miglioramento.
Non si tratta, quindi, di un documento statico, ma di uno strumento dinamico, che deve adattarsi all’evoluzione dei processi produttivi, delle tecnologie, delle normative e persino delle condizioni ambientali e sanitarie.
Aggiornamento del DVR: quando è obbligatorio
La normativa (D.Lgs. 81/08) prevede che il DVR venga aggiornato in diverse circostanze. Non esiste una “scadenza unica”, ma una serie di condizioni che ne rendono necessaria la revisione:
Alla nascita dell’azienda: il DVR va redatto entro 90 giorni dall’avvio dell’attività. Aggiornamenti straordinari: obbligatori entro 30 giorni quando cambiano processi produttivi, mansioni, attrezzature, sostanze, oppure in caso di infortuni significativi, nuovi rischi segnalati dalla sorveglianza sanitaria o variazioni strutturali.
Agenti fisici: per rumore, vibrazioni, campi elettromagnetici e radiazioni ottiche è richiesto un aggiornamento almeno ogni 4 anni. Revisione periodica: pur non essendo sempre obbligatoria per legge, una revisione triennale è fortemente consigliata per garantire l’adeguatezza del documento e intercettare rischi emergenti.
Il principio è semplice: il DVR deve fotografare la realtà aziendale così com’è oggi, non quella di qualche anno fa. Metodo e criteri per un DVR efficace Aggiornare il DVR non significa ricominciare da zero, ma analizzare le modifiche intervenute e integrarle nel documento. Un buon processo di aggiornamento prevede:
l’analisi delle variazioni nei reparti, nei turni, nelle mansioni o nelle attrezzature; la consultazione di tutte le figure coinvolte (RSPP, RLS, medico competente, preposti, lavoratori); l’applicazione di metodi di valutazione riconosciuti (matrici rischio x gravità, check-list settoriali, indicatori derivanti dagli infortuni interni); la documentazione chiara e tracciabile di ogni aggiornamento, con data, firme e azioni previste.
Il DVR aggiornato deve essere sottoscritto dal datore di lavoro, dal RSPP, dal medico competente (se nominato) e deve riportare la data della revisione. Errori da evitare Molti DVR perdono efficacia perché trattati come semplici “scartoffie”. Gli errori più frequenti sono: aggiornare solo per formalità, senza analizzare i reali cambiamenti; utilizzare modelli standard non adattati al contesto aziendale; dimenticare la firma dei responsabili o la tracciabilità degli aggiornamenti; ignorare segnali di allarme come near miss o segnalazioni dei lavoratori;
non programmare future revisioni, lasciando che il documento invecchi senza controllo. Un DVR scritto così è inutile: non protegge le persone, non previene infortuni e non rafforza la cultura aziendale. DVR come leva culturale Il DVR non è soltanto una fotografia dei rischi: è un patto di responsabilità tra datore di lavoro, dirigenti, preposti e lavoratori. Un DVR aggiornato con metodo porta enormi benefici:
aumenta la consapevolezza dei lavoratori; favorisce comportamenti sicuri e partecipati; riduce infortuni e malattie professionali; migliora l’organizzazione del lavoro e la produttività; rafforza la reputazione dell’azienda come realtà attenta alla sicurezza e al benessere delle persone.
Aggiornare il DVR significa, in fondo, raccontare la storia di un’azienda che sceglie di prendersi cura delle proprie persone.
Conclusione Il DVR non è un obbligo da subire, ma uno strumento da valorizzare. Aggiornarlo con metodo significa ascoltare i cambiamenti, riconoscere i nuovi rischi e tradurli in azioni concrete. Chi aggiorna il DVR con responsabilità non solo si mette in regola, ma investe in sicurezza, benessere e futuro. Perché non c’è crescita senza sicurezza. E non c’è sicurezza senza cultura.
*Consulente HSE – Sicurezza sul lavoro e cantieri
www.studiomarotta81.com
NOTIZIARIOISOLEOLIE.IT
“Sicurezza in Pillole” – Puntata #1 a cura dell’Ing. Francesco Marotta
Quando si parla di sicurezza sul lavoro, spesso l’immaginario collettivo si ferma alla burocrazia: documenti, corsi obbligatori, sanzioni. Ma la realtà è molto più profonda. La sicurezza, se ben compresa, non è solo un obbligo di legge: è una forma di cultura aziendale. È rispetto per il lavoro, per la salute delle persone, per il valore umano che ogni impresa custodisce tra le sue mura e nei suoi cantieri.
La sicurezza non è reazione, è prevenzione.
È l’arte di saper leggere i segnali deboli, di cogliere un rischio quando ancora non si è trasformato in pericolo. Un pavimento bagnato non segnalato, una scala lasciata incustodita, una presa scoperta: sono gesti semplici e frequenti, ma possono costare caro. Anche una distrazione può cambiare la vita di un lavoratore.
Proprio per questo motivo, nasce la rubrica “Sicurezza in Pillole”, con l’obiettivo di offrire ai datori di lavoro – ma anche ai lavoratori, consulenti e professionisti – una guida sintetica e chiara ai punti fondamentali della sicurezza aziendale.
Le 10 cose che ogni datore di lavoro dovrebbe sapere
1. Cos’è la sicurezza sul lavoro
È l’insieme di misure, comportamenti e strumenti che tutelano salute e integrità dei lavoratori. Non è solo protezione da incidenti gravi, ma anche prevenzione di malattie professionali e situazioni di disagio fisico e psicologico.
2. Perché è fondamentale
Investire nella sicurezza significa investire in efficienza, serenità, continuità. Meno infortuni vuol dire meno assenze, meno spese impreviste, meno responsabilità legali.
3. Il cuore normativo: il D.Lgs. 81/2008
Il Testo Unico per la Sicurezza è il principale riferimento legislativo. Un sistema complesso, ma organico, che assegna compiti precisi a ciascun attore aziendale.
4. I principi cardine
• Valutare tutti i rischi, anche quelli “invisibili”
• Eliminarli o ridurli alla fonte
• Formare e informare in modo efficace
• Monitorare le misure adottate
• Coinvolgere ogni figura aziendale nella gestione della sicurezza
5. Quando nasce l’obbligo
Con l’ingresso anche di un solo lavoratore – che sia socio, tirocinante o collaboratore – il datore di lavoro è tenuto ad attivare il sistema di sicurezza.
6. Gli adempimenti principali
Redazione del DVR (Documento di Valutazione dei Rischi), nomina delle figure chiave (RSPP, medico competente, addetti emergenza), formazione, DPI e sorveglianza sanitaria, se necessaria.
7. Le figure coinvolte
Datore di lavoro, dirigente, preposto, lavoratore, medico competente, RSPP, RLS: la sicurezza è un gioco di squadra, dove ognuno ha responsabilità precise.
8. Chi deve essere formato
Tutti. La formazione è obbligatoria per ogni figura aziendale, differenziata per ruolo e livello di rischio, da svolgere in orario lavorativo e senza costi per il dipendente.
9. Le conseguenze in caso di omissioni
L’assenza di DVR, la mancata formazione o il mancato avvio della sorveglianza sanitaria possono comportare sanzioni penali, multe ingenti e sospensione dell’attività.
10. La chiave di tutto: prevenzione, consapevolezza, formazione
Oggi esistono strumenti formativi avanzati, sia in presenza che online, ma il vero punto di partenza è la consapevolezza. Senza la cultura della sicurezza, ogni misura resta un adempimento vuoto.
In conclusione
Questa rubrica non vuole sostituirsi ai manuali tecnici, ma offrire una bussola. Una direzione chiara per chi desidera costruire ambienti di lavoro sani, sereni e sicuri. La sicurezza non è un documento archiviato: è un comportamento quotidiano, un linguaggio che si parla con il corpo e con la testa.
Alla prossima pillola!
Ing. Francesco Marotta
Consulente HSE – Sicurezza sul lavoro e cantieri
www.studiomarotta81.com
*Ingegnere*
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Perché dopo oltre vent’anni trascorsi nei cantieri, negli uffici tecnici, nelle aziende, tra verbali, ispezioni, corsi e consulenze, ho maturato una convinzione: la sicurezza sul lavoro non si improvvisa e soprattutto non si fa all’ultimo minuto. La sicurezza vera si costruisce ogni giorno, con azioni concrete e con consapevolezza. Non è un obbligo da “spuntare”, ma un investimento nella continuità, nella tutela e nella dignità del lavoro.
Per questo nasce “Sicurezza in Pillole”: un piccolo spazio settimanale dove racconterò ciò che spesso non si dice, chiarirò i dubbi più comuni, tradurrò la burocrazia in cose semplici da capire e da fare. Una rubrica per chi vuole prevenire, per chi non si accontenta della carta fatta per coprirsi, ma vuole un sistema che funzioni davvero. Condividerò riflessioni, casi reali, norme spiegate in modo diretto, strumenti pratici da usare ogni giorno.
Il mio obiettivo non è solo far rispettare la legge, ma far risparmiare i miei clienti, proteggerli da sanzioni e problemi, e accompagnarli in un percorso tecnico fatto di fiducia e responsabilità.
Perché il mio lavoro non è solo compilare documenti. Il mio lavoro è aiutare gli altri a lavorare meglio, a essere pronti, a sentirsi protetti.
Sicurezza in Pillole è questo. È la sicurezza, spiegata da chi la fa ogni giorno.
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L’ing. Francesco Marotta è entrato a far parte dell’Associazione A.R.E. Lipari, realtà attiva nella valorizzazione del territorio eoliano e nella promozione di iniziative a sostegno dello sviluppo locale.
Una scelta che nasce da un legame autentico e profondo con le Isole Eolie, maturato nel corso di molti anni di attività professionale e relazioni umane radicate nel territorio.
«Da tempo – dichiara l’ing. Marotta – coltivo un rapporto speciale con le Eolie, un legame che va oltre l’ambito lavorativo e che si fonda su un’autentica vicinanza affettiva. Proprio questo senso di appartenenza, unito alla profonda stima e all’amicizia che mi lega al presidente Orto, mi ha spinto ad aderire con entusiasmo all’Associazione A.R.E. Lipari. Ritengo doveroso, oltre che naturale, offrire il mio contributo per sostenere le attività dell’Associazione e i progetti a favore della comunità eoliana.»
L’ing. Marotta, professionista di comprovata esperienza nel campo della sicurezza sul lavoro, acustica ambientale e igiene alimentare, metterà a disposizione le proprie competenze tecniche e la sua visione operativa per supportare l’A.R.E. Lipari in un percorso di crescita, innovazione e partecipazione attiva.