Panarea, che disavventura al campo boe. E parte esposto al sindaco e alla guardia costiera
di Rachele De Vita
Buonasera direttore,
la contatto per chiedere se può dare voce ad un increscioso episodio che abbiamo subito io e mio marito a Panarea.
Ho già provveduto ad inviare una PEC al sindaco e alla capitaneria.
Esimio dott. Gullo,
quello che io e mio marito abbiamo subito oggi, alle 19:40, al campo boe Nautilus di Panarea è uno scempio che merita di essere denunciato pubblicamente.
Ieri avevamo prenotato due boe all’interno della baia di Drautto, indicando persino il numero della boa utilizzata due anni fa e ribadendo di volere assolutamente stare nella zona vicina alla spiaggia. L’ufficio prenotazioni ci aveva garantito la disponibilità.
Oggi, al nostro arrivo, ci hanno messo prima su una boa lontana, poi su un’altra ancora più distante. Quando, con calma ed educazione, ho fatto presente che avevamo prenotato diversamente, la risposta è stata urla, maleducazione e prepotenza: “Questa è tutta baia, abbiamo prenotazioni da gennaio, stai zitta!”.
A quel punto mio marito è intervenuto chiedendo se fosse quello il modo di trattare i clienti. L’operatore, invece di scusarsi, ha reagito in modo ancora più violento: “Amico, stai calmo”. Alla replica di mio marito – “Amico a chi? Stai calmo tu” – l’uomo ha perso completamente il controllo, urlando come un forsennato: “Fuori da casa mia! Via! Via! Fuori da casa mia!”.
Questo non è turismo, è un insulto al turismo.
Questa non è accoglienza, è cacciare via chi paga per essere ospitato.
Questa non è professionalità, è abuso e prepotenza.
Siamo stati umiliati, aggrediti verbalmente e trattati come intrusi in un luogo dove, invece, eravamo clienti paganti. È scandaloso che un’isola che vive di turismo permetta simili comportamenti, che rovinano l’esperienza e danneggiano l’intera comunità.
Panarea merita operatori seri, non chi urla “fuori da casa mia” a chi porta rispetto e denaro. Il turismo si costruisce con cortesia e rispetto, non con arroganza e isteria. Cordialmente