Alfio Ziino

Chi ha vinto? di Alfio Ziino

di Alfio Ziino 
Chi ha vinto?
Dedicato a  ai "Consiglieri Comunali Liparesi solidali", et ac omnia eiusdem generis. Israele, l'Israele di Netanyahu, ha distrutto Hamas, ha distrutto Hezbollah, ha distrutto la Jiad islamica, ha ridotto al lumicino con il concorso dell' Egitto i Fratelli Musulmani ed altre organizzazioni terroristiche minori quali quelle presenti in Siria. Ha ridotto al minimo storico le aspirazioni e cospirazioni dell' Iran, teocratico stato terroristico, ridando il ruolo di potenza regionale all'Arabia Saudita, più che amica dell' Occidente, anche se qualche giorno addietro ha pattuito con il Pakistan la reciproca difesa così procurandosi, oltre l'ombrello atomico USA, anche quello pakistano. E lo Stato palestinese? Non esiste. Rammento a tutti i destinatari della presente nota che Stato è l'insieme di popolo, territorio e governo, studiate, ed a Gaza non esiste governo, a meno che non intendiate Hamas il che esclude qualsiasi riconoscimento. 

Quanto al popolo palestinese, quello di Gaza, quello che affermate avere diritto alla propria terra, anche quì studiate. Sino al 1947, anno della Risoluzione dell'ONU per la creazione di "un Focolare" per gli Ebrei (leggasi Israele), la odierna striscia di Gaza era popolata da Ebrei, Cristiani e Musulmani. Gli Ebrei, in esecuzione della predetta Risoluzione, vennero deportati manu militari dall'Esercito Inglese in Israele. I Cristiani non ci misero molto a fuggire presso che in massa stante le violenze nei lori confronti. Ed i Musulmani, i c.d. Palestinesi? erano all'epoca, lì a Gaza, gente di etnia incerta (non chiamateli arabi, non lo sono, e gli arabi hanno per essi la medesima considerazione che gli indiani d'India avevano, ed in fatto hanno ancora oggi, per i paria, nessuno li vuole). Ed oggi quella etnia incerta si è decuplicata solo per l'apporto di profughi di varia provenienza. Hanno diritto di vivere? sì certo. Hanno diritto ad una terra? sì certo, ma devono meritarla: per quella che occupano han fatto nulla dilapidando le montagne di denaro loro concessa solo per tenerli a cuccia, progetto miseramente fallito. Hanno diritto ad un loro Governo? sì certo, ma non ad un governo qualunque, solo ad uno in linea con i principi democratici. In conclusione ha vinto, stravinto, Israele. E Netanjahu? ha fatto quel che un popolo si aspetta dal suo capo, dal Suo Governo, dando ad esso i beni più preziosi: vita, libertà e sicurezza, divenendo così, piaccia o meno, il secondo padre della Patria dopo Ben Gurion. Il prezzo? la vita degli assalitori, quelli del 7 ottobre, e di coloro che da circa quaranta anni, sono stati loro sodali o acquiescenti.

Non discuto, nè io nè altri, di matematica con chi ignora che due più due, fa quattro. Del pari, e per la medesima ragione, non discuto, nè io nè altri, di Israele e di guerra in generale con chi manca dei fondamentali.

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Avantieri, percorrendo la via Professor Emanuele Carnevale in Lipari, con direzione mote mare, sul marciapiedi di destra, poco dopo la ferramenta Natoli, ho visto due piccioni ritengo di sesso diverso ma incapace, io, di capire quale maschio e quale femmina. So però che i piccioni sono sempre monogami e fedeli al proprio partner per tutta la vita.

Uno dei due stava adagiato su un fianco, appoggiato alle mura di un fabbricato, con il capino rivolto verso l'alto a fissare il cielo quasi in  cerca di aria. L'altro gli stava accanto, immobile e ritto sulle zampette, incurante di me che pure gli ero avvicinato ad osservarli ed incurante anche dei vari passanti. Fermo, a fissare l'altro. Ho compreso che uno dei due stata per morire. Risalito dopo circa un'ora li ho trovati ancora lì nella medesima posizione.

Ho pianto in vita mia soltanto una volta e per rabbia, a fronte di un evento umano al quale non avevo modo di oppormi. Non ho pianto per la morte di mia madre che ho amato tantissimo, di più anzi, tanto, ancora oggi ed in solitudine, di chiamarla a volte. Ma quelle due bestiole mi han fatto venire due lacrimucce.

L'indomani, sul marciapiede vi era soltanto il piccione morto. Sono stato colto da un impeto di rabbia, irrazionale lo so, al pensiero che un qualche netturbino, senza riguardo alcuno, lo avrebbe scopato via: un rifiuto qualunque. Non una vita, non una storia di due esseri compagni per la vita, non un amore, sì un amore. Solo un rifiuto indifferenziato.

Chi vuole faccia un qualche paragone con la banda di balordi, uomini e donne, giovani e non, che circondano me come tanti altri di noi.

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E' convincimento diffuso che il non dedicarsi a furti, prostituzione, spaccio di droga, e simili, deprecandoli fermamente, sia indice di una ferrea moralità. Non è così. Furti, prostituzione, spaccio di droga, etc., attengono al mondo della legalità che, con la moralità, nulla ha da spartire. La donna che pratica aborto commette omicidio al pari dell' uomo che uccide per legittima difesa. L'una  e l'altro non è che non siano omicidi; sono ritenuti dalla legge non punibili. 

Ma la prima porta a compimento un processo frutto di una  propria voluta scelta, il secondo opera in uno stato di necessità che in alcun modo ha contribuito a creare. E detta scelta è ascrivibile, posto che scelta legale è, esclusivamente alla sfera della morale. Immorale, per comune sentire, quella della prima; inesistente quella del secondo, coinvolto in un accadimento non previsto e non voluto. Con la conseguenza che la prima è una assassina (vedasi un qualsiasi dizionario della lingua italiana), il secondo un omicida suo malgrado, così sfuggendo ad ogni valutazione sulla sua moralità o immoralità. 

E' un esempio estremo, ma la sfera della moralità o immoralità non si ferma certo lì andando ad esplicitarsi nel quotidiano. Il topo o la topa che sta rinchiusa nella propria tana con persiane e porte sbarrate così dando al proprio vivere una luce sbiadita indice del proprio grigiore, e che uscendo dal covo svicola strusciano mura mura per non esporsi, non compie certo atti illegali ma esibisce il proprio rifiuto del prossimo, la sua non considerazione, la sua aprioristica ripulsa.. Nessuna trasparenza, solo reticenza che peggio della menzogna è lasciando il dirimpettaio nell'incertezza. 

Nessuna solidarietà immediata e pubblica, finalizzata solo alla propria immaginaria non compromissione. Nessuna tolleranza, rifuggendo dal beneficio del dubbio nei confronti di chicchessia. Ed in  detti comportamenti, ripeto non in violazione di legge alcuna, non è leggibile neanche un profilo di moralità/immoralità; essi configurano soltanto l'esaltazione della a-moralità con l'assoluto estraneità ad ogni coinvolgimento nella civile convivenza frutto della virale scelta del disimpegno, della non scelta, in qualsivoglia occasione offerta dalla vita. 

E, caro Monsignor Sardella, non desta meraviglia che non di rado siffatti soggetti custodiscano nel proprio portafogli, o affiggano sulle mura domestiche, icone del Padre, dello Spirito Santo, di Santi e Santine, con il solo effetto di ammantare di ipocrisia la propria a-moralità. Non si stupisca quindi se neanche un solo eoliano si sia recato al Giubileo dei Giovani e non imputiamo esclusivamente a questi ultimi la loro latitanza. Essi vivono nella a-moralità loro trasmessa, dalle nostre parti di certo, da padri e madri.

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