Alfio Ziino

Che commozione per il piccione sofferente di Alfio Ziino

di Alfio Ziino 

Avantieri, percorrendo la via Professor Emanuele Carnevale in Lipari, con direzione mote mare, sul marciapiedi di destra, poco dopo la ferramenta Natoli, ho visto due piccioni ritengo di sesso diverso ma incapace, io, di capire quale maschio e quale femmina. So però che i piccioni sono sempre monogami e fedeli al proprio partner per tutta la vita.

Uno dei due stava adagiato su un fianco, appoggiato alle mura di un fabbricato, con il capino rivolto verso l'alto a fissare il cielo quasi in  cerca di aria. L'altro gli stava accanto, immobile e ritto sulle zampette, incurante di me che pure gli ero avvicinato ad osservarli ed incurante anche dei vari passanti. Fermo, a fissare l'altro. Ho compreso che uno dei due stata per morire. Risalito dopo circa un'ora li ho trovati ancora lì nella medesima posizione.

Ho pianto in vita mia soltanto una volta e per rabbia, a fronte di un evento umano al quale non avevo modo di oppormi. Non ho pianto per la morte di mia madre che ho amato tantissimo, di più anzi, tanto, ancora oggi ed in solitudine, di chiamarla a volte. Ma quelle due bestiole mi han fatto venire due lacrimucce.

L'indomani, sul marciapiede vi era soltanto il piccione morto. Sono stato colto da un impeto di rabbia, irrazionale lo so, al pensiero che un qualche netturbino, senza riguardo alcuno, lo avrebbe scopato via: un rifiuto qualunque. Non una vita, non una storia di due esseri compagni per la vita, non un amore, sì un amore. Solo un rifiuto indifferenziato.

Chi vuole faccia un qualche paragone con la banda di balordi, uomini e donne, giovani e non, che circondano me come tanti altri di noi.

NOTIZIARIOISOLEOLIE.IT

E' convincimento diffuso che il non dedicarsi a furti, prostituzione, spaccio di droga, e simili, deprecandoli fermamente, sia indice di una ferrea moralità. Non è così. Furti, prostituzione, spaccio di droga, etc., attengono al mondo della legalità che, con la moralità, nulla ha da spartire. La donna che pratica aborto commette omicidio al pari dell' uomo che uccide per legittima difesa. L'una  e l'altro non è che non siano omicidi; sono ritenuti dalla legge non punibili. 

Ma la prima porta a compimento un processo frutto di una  propria voluta scelta, il secondo opera in uno stato di necessità che in alcun modo ha contribuito a creare. E detta scelta è ascrivibile, posto che scelta legale è, esclusivamente alla sfera della morale. Immorale, per comune sentire, quella della prima; inesistente quella del secondo, coinvolto in un accadimento non previsto e non voluto. Con la conseguenza che la prima è una assassina (vedasi un qualsiasi dizionario della lingua italiana), il secondo un omicida suo malgrado, così sfuggendo ad ogni valutazione sulla sua moralità o immoralità. 

E' un esempio estremo, ma la sfera della moralità o immoralità non si ferma certo lì andando ad esplicitarsi nel quotidiano. Il topo o la topa che sta rinchiusa nella propria tana con persiane e porte sbarrate così dando al proprio vivere una luce sbiadita indice del proprio grigiore, e che uscendo dal covo svicola strusciano mura mura per non esporsi, non compie certo atti illegali ma esibisce il proprio rifiuto del prossimo, la sua non considerazione, la sua aprioristica ripulsa.. Nessuna trasparenza, solo reticenza che peggio della menzogna è lasciando il dirimpettaio nell'incertezza. 

Nessuna solidarietà immediata e pubblica, finalizzata solo alla propria immaginaria non compromissione. Nessuna tolleranza, rifuggendo dal beneficio del dubbio nei confronti di chicchessia. Ed in  detti comportamenti, ripeto non in violazione di legge alcuna, non è leggibile neanche un profilo di moralità/immoralità; essi configurano soltanto l'esaltazione della a-moralità con l'assoluto estraneità ad ogni coinvolgimento nella civile convivenza frutto della virale scelta del disimpegno, della non scelta, in qualsivoglia occasione offerta dalla vita. 

E, caro Monsignor Sardella, non desta meraviglia che non di rado siffatti soggetti custodiscano nel proprio portafogli, o affiggano sulle mura domestiche, icone del Padre, dello Spirito Santo, di Santi e Santine, con il solo effetto di ammantare di ipocrisia la propria a-moralità. Non si stupisca quindi se neanche un solo eoliano si sia recato al Giubileo dei Giovani e non imputiamo esclusivamente a questi ultimi la loro latitanza. Essi vivono nella a-moralità loro trasmessa, dalle nostre parti di certo, da padri e madri.

Categoria
opinioni

Articoli correlati

13 ottobre 2025

Lipari, il centro riabilitazione per i disabili continua a non funzionare nuova diffida all'Asp del presidente Naso

E dopo un esposto alla procura con sentenza si invita l'azienda (condannata a pagare le spese) a mettere a disposizione i locali di Canneto

13 ottobre 2025

Eolie, 'urge la legge speciale per le isole minori'

L'appello di Livio Sciacchitano. Procida, auto si ribalta mentre scende dal traghetto VIDEO

13 ottobre 2025

Anche le Eolie per la destagionalizzazione politica di qualità di Salvatore Leone

Forse le Eolie sono sulla buona strada per aumentare la destagionalizzazione...

13 ottobre 2025

Controcorrenteoliana: Tre giorni del tanto e del niente

Quanta libertà espressiva c'é stata in questi 3 giorni dedicati dal governo italiano alle sue piccole isole? Fra...

13 ottobre 2025

Da Torino in linea Daniele Sequenzia. Salariati e Managers

due Italie a confronto, due mondi in conflitto...