Lipari, Sandro Biviano mi mancava anche il dramma vissuto per mia moglie Sara...

di Sandro Biviano 

Erano le 4 di mattina quando l'incubo è iniziato. Mentre dormivo sento gridare mia moglie, entra nel panico, dice qualcosa, grida ma non la capisco, qualcosa non va, vedo il suo viso deformato, il terrore nei suoi occhi, gridava in modo strano:
-  non si chiude la bocca! non si chiude la bocca! 
Vedevo la  sua mascella distacca da ambo i lati, inizia a vomitare  e fa fatica a respirare, il panico aveva preso il sopravvento, in quel momento mi sono  sentito  impotente, morire dentro, NULLO.

Pregavo Dio dentro di me di darmi la forza per qualche minuto per aiutarla ma il mio corpo non reagiva. 
Lei non voleva andare in ospedale aveva paura che la portavano via con l’elicottero e mi avrebbe lasciato solo.
Ho chiamato 118 e arriva l'ambulanza in 20 minuti e viene trasportata al pronto soccorso, io rimango seduto sulla mia cazzo di sedia a rotelle, disperato, nel pianto e nel dolore.
Scappo dietro l'ambulanza al buio con la luce del mio cellulare e inizio a scendere da pianoconte, mi sentivo solo, disperato, vagavo nel buio mentre mi bevevo le mie stesse lacrime, stavo impazzendo all'idea di non potergli stare accanto in un minuto così delicato della sua vita, mille pensieri mi passavano per la testa:
- Se la trasportano in elicottero?,  se me la operano?, in che mani va a finire?.. dove la porteranno?.. i pensieri erano  tanti..
Noi non ci siamo MAI separati neanche per solo un'attimo della nostra vita e vederla andare via dentro un'ambulanza ha reso il mio cuore  a pezzi, l'avrei seguita anche trascinandomi per strada ma non l'avrei MAI lasciata neanche per un'attimo da sola. 
Mentre camminavo nel buio e nei mie pensieri, mi viene in mente di chiamare  Bartolo Ziino presidente dell'associazione anici che si occupa di trasporti per disabili, mi risponde,  sente la mia disperazione ed è arrivato immediatamente, in 5 minuti mi raggiunge più sopra delle chiesa annunziata.

Non smetterò mai di ringraziarlo per il suo affetto e la sua umanità. Le mie preghiere sono state accolte. Mi porta subito al pronto soccorso e fuori  vedo mia moglie con quel bellissimo sorriso e il Dott Pirri Vito che con la sua professionalità, esperienza e manualità è riuscito a mettere senza anestesia la mascella al suo posto a mia moglie. Ci sarebbe voluto uno specialista, forse l’elicottero, ma mia moglie  diceva che si sarebbe data un pugno da sola in bagno per mettersi apposto la mandibola ma non mi avrebbe mai lasciato da solo. Non smetterò mai di ringraziare abbastanza il Dr. Pirri Vito che ha capito la nostra situazione  e col cuore grande e una professionalità senza eguali ha fatto lui la manovra a mia moglie evitandoci un viaggio della speranza. 

Ringrazio ancora infinitamente Bartolo Zino per non avermi lasciato scendere solo alle quattro di notte in ospedale da mia moglie. 
Grazie all'ospedale di Lipari e a tutta la sua equipe, che si divide in mille e cerca di fare tutto e di più per aiutare le persone nonostante il suo stato critico. Voglio dire alle istituzioni alcune cose, se mentre l'ambulanza andava via e le mie condizioni erano diverse, mi veniva una crisi respiratoria: chi mi metteva l'attrezzatura vitale? Chi mi dava aiuto anche solo per andare in bagno? Chi mi soccorreva? Nessuno!  potevo morire e questo è il terrore di chi ci sta accanto che sa benissimo che siamo soli e le istituzioni non esistono. Quando si fanno progetti si devono fare con cognizione di causa e soprattutto comprendere le esigenze di chi vive la disabilità e fragilità.  Mia moglie non poteva pensare al suo dolore ma a me.

Il 2 Aprile ho denunciato personalmente l'assenza delle ambulanze piccole e chiesto fortemente il ritorno sulle nostre isole.
Tutto è passato in cavalleria, prova ne è l’incidente del giornalista Francesco Viviano a cui va tutta la mia solidarietà, che si è trovato nonostante le forti denunce da me fatte ad essere trasportato in motoape col femore rotto. Le istituzioni hanno dato per l'ennesima volta una cattiva immagine alle nostre Isole.
Ancora oggi nelle nostre Isole non hanno creato percorso sanitario territoriale,più volte reclamato da me nelle sedi opportune dove le persone in base alle patologie e esigenze, vengono prese in cura e trasportate nelle strutture adeguate che conoscono il quadro clinico del paziente e possono intervenire tempestivamente sulla specifica problematica,invece di essere trasportati nel primo ospedale di fortuna.

Siamo ancora soli, siamo ancora isolani che devono sperare di trovare un medico come il nostro Vito Pirri per cavarcela. E che le cose succedano alle ore giuste, e nei momenti giusti. 
Potete autolodarvi come volete, ma non qui  alle Eolie. 
Noi isolani e l’Equipe del nostro ospedale stiamo tirando a campare, è questa la triste realtà. Io non chiedo nessuna dimissione, ma di farvi un esame di coscienza e intervenire non a botta e risposta di comunicati, ma con fatti concreti per il bene degli Eoliani che hanno fortemente bisogno di una sanità che risponda alle loro Esigenze.

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