L'Ayatollah collettivo
di Massimo Gramellini
Il calciatore Pedro pubblica una foto della festa di compleanno del figlioletto maschio vestito da principessa e sui social gli scrivono in massa che è un depravato. La fisica Gabriella Greison tiene una lezione di quantistica indossando un vestito scollato e i più gentili le danno della svergognata.
Questo per restare alle ultime ore, ma non dubito che nelle prossime ci saranno aggiornamenti. Del noto cantante ripreso da uno smartphone con la sigaretta in bocca diranno che dà il cattivo esempio o che si droga. Invece la conduttrice fotografata al centro commerciale con una gonna a pois verrà accusata di non avere gusto e di essere ingrassata, o deperita. Nel frattempo, ho visto un’immagine di Sinner sorridente mentre spolvera la sua Ferrari e ho il terrore di andare a leggere i commenti.
Terrore è la parola giusta. Viviamo sotto l’occhio instancabile di una polizia morale che giudica tutto ciò che fanno gli altri, fermandosi sempre all’apparenza e incattivendosi quando sorprende la vittima non in un atteggiamento aggressivo, ma in un momento di serenità. Se un politico fosse altrettanto bigotto e intollerante, ci ribelleremmo, come del resto facciamo ogni volta che Vannacci apre bocca. Ma l’Ayatollah Collettivo ha la forza di centomila Vannacci e lo lasciamo inveire e borbottare cercando invano di sottrarci al suo sguardo giudicante.
Che poi non si capisce neanche bene in che mondo vorrebbe vivere né in che mondo vive, quando spegne il computer e forse prova a campare, persino lui.