Da Torino in linea Bartolino Ferlazzo. Il Silenzio degli innocenti

di Bartolino Ferlazzo

Il Silenzio degli innocenti (il silenzio assordante dei colpevoli)

Tra Barbarie e Sterminio, una Vergogna del Diritto Internazionale. L'Infanzia Negata e Quando la Convenzione ONU Diventa Carta Straccia.- La Convenzione sui diritti del fanciullo del 20 novembre 1989 rappresenta uno dei pilastri più sacri del diritto internazionale, eppure oggi assistiamo alla sua sistematica violazione nella Striscia di Gaza. La Commissione internazionale indipendente delle Nazioni Unite ha concluso che Israele è responsabile di genocidio a Gaza, con particolare attenzione alla distruzione sistematica delle prospettive future dei bambini palestinesi. L'articolo 6 della Convenzione stabilisce che "ogni fanciullo ha un diritto inerente alla vita" e che gli Stati devono "assicurare in tutta la misura del possibile la sopravvivenza e lo sviluppo del fanciullo". Tuttavia, secondo il rapporto ONU, dal 7 ottobre 2023 al 31 luglio 2025, sono stati uccisi 18.430 bambini palestinesi, cifre che testimoniano una barbarie senza precedenti. L'articolo 24 della Convenzione garantisce ai minori "il diritto di godere del miglior stato di salute possibile" e impone agli Stati di "lottare contro la malattia e la malnutrizione". La realtà di Gaza racconta una storia diversa: la Commissione ONU ha documentato l'uso della fame come metodo di guerra, causando "gravi danni fisici e mentali immediati e sofferenze a donne e ragazze, ma effetti irreversibili a lungo termine sulla salute mentale e sulle prospettive riproduttive". La distruzione sistematica delle strutture sanitarie, documentata nei rapporti internazionali, rappresenta una violazione diretta dell'obbligo di garantire assistenza medica ai minori. Questa strategia deliberata mira non solo a causare sofferenze immediate, ma a compromettere irreversibilmente il futuro di un'intera generazione. L'articolo 28 della Convenzione riconosce "il diritto del fanciullo all'educazione", ma a Gaza assistiamo alla distruzione sistematica delle scuole e delle università. La Relatrice Speciale ONU Francesca Albanese ha documentato come questa distruzione faccia parte di un piano più ampio di cancellazione culturale e sociale del popolo palestinese. In questo scenario di impunità, la Spagna emerge come faro di speranza giuridica. Il procuratore generale spagnolo Álvaro García Ortiz ha autorizzato l'apertura di un'indagine preliminare sulle presunte "gravi violazioni del Diritto internazionale dei Diritti Umani e del Diritto Internazionale Umanitario" commesse dall'esercito israeliano. L'indagine spagnola si basa sul principio di giurisdizione universale, che permette ai tribunali nazionali di perseguire crimini di estrema gravità come il genocidio e i crimini contro l'umanità, anche quando non coinvolgono direttamente cittadini spagnoli. La Commissione ONU ha identificato, l'intento specifico di distruggere un gruppo nazionale, requisito fondamentale per configurare il crimine di genocidio. Le dichiarazioni pubbliche di leader israeliani, tra cui quella del ministro della Difesa che ha definito i palestinesi "animali umani", costituiscono prove dell'intento genocidio. Una Generazione Cancellata, Amnesty International ha documentato come gli attacchi sistematici alle infrastrutture civili, alle scuole e agli ospedali rappresentino una strategia deliberata per compromettere il futuro dei bambini palestinesi. La distruzione delle prospettive educative, sanitarie e sociali configura quello che gli esperti definiscono "genocidio culturale". La situazione dei bambini palestinesi rappresenta una delle più gravi violazioni della Convenzione sui diritti del fanciullo nella storia contemporanea. Siamo di fronte al "crimine dei crimini" dell'umanità, che richiede una risposta immediata e coordinata della comunità internazionale. L'indagine spagnola rappresenta un passo cruciale verso la responsabilità, da parte degli amministratori che impiegano risorse finanziarie pubbliche, di rendicontarne l'uso sia sul piano della regolarità dei conti sia su quello dell'efficacia della gestione, ma non può essere l'unico. La protezione dei diritti fondamentali dei bambini palestinesi richiede un'azione collettiva che vada oltre le dichiarazioni di principio, trasformandosi in concrete misure giuridiche e politiche per fermare quello che tutti i rapporti internazionali concordano nel definire un genocidio in corso.

E l'Italia ? Beh le stelle stanno a guardare

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