AMARCORD. Dallo stabilimento termale di San Calogero in linea Felice D'Ambra.
Come un turista solitario mi trova curiosare tra le viuzze del centro storico, sotto le mura del Castello medievale, nei vicoletti di supra a terra e dintorni. Tra i luoghi più visitati, mi sono trovato a girovagare nell'importante località di San Calogero, dove una volta c'erano le famose terme. A prima vista mi rendo conto che il vecchio complesso è situato a mezza collina, in una magnifica e tranquilla posizione, circondata da una lussureggiante macchia mediterranea incontaminata.
Di fronte a me un vetusto traliccio di ferro arrugginito dall'incuria del tempo, e alcuni adiacenti ruderi chiusi alla buona; lasciano intravvedere detriti abbandonati, che deturpano l'ambiente come i muretti a secco sulla strada quasi distrutti dal vandalismo e dall'utilizzo di quelle pietre portate via, che con molta probabilità adorneranno la facciata a vista di qualche nuova villa in costruzione.
Un incantevole panorama mozzafiato, affascina chiunque volga lo sguardo verso quel mare turchese e le sagome dell'Isole di Alicudi e Filicudi. Immagino che questa meravigliosa località, cosa doveva essere quando dalle vene della sua sorgente, sgorgava acqua termale calda e quasi miracolosa.
Erano allora, le Terme più antiche d'Europa e per le sue acque curative erano frequentatissime da una clientela selezionata, proveniente dalla Sicilia e anche dall'Europa.
La storia delle Terme di San Calogero, viene da molto lontano e dimostra quanto è stata difficile negli anni la propria sopravvivenza di tenere aperto al pubblico il piccolo complesso termale.
Dall'apertura le Terme di San Calogero hanno sempre subìto interruzioni e chiusure, sia per motivi economici dovuto anche all'esiguo numero di camere; all'arretratezza strutturale, inadeguati servizi igienici e accessori importanti come la mancanza di comunicazioni telefoniche. Nel 1975 è stata decisa la chiusura definitiva e di conseguenza la fine delle meravigliose antiche Terme di San Calogero.
Dopo la chiusura delle Terme, negli anni ottanta, all'interno di San Calogero fu ritrovato un Thòlos di origine micenea del più antico edificio termale del Mediterraneo, che fece supporre agli archeologi che le Terme fossero utilizzate sin dal quindicesimo secolo avanti Cristo. I lavori di ristrutturazione alle Terme, furono giudicati inopportuni e dannosi come l'eliminazione degli alloggi e non solo, come la realizzazione di una vasca che presupponeva una portata d'acqua molto più importante.
Oggi in queste Terme di San Calogero, chiuse al suo destino, la piccola piscina è sempre piena d'acqua calda e quella che sgorga dalla fonte ha una temperatura di cinquanta e oltre gradi centigradi si perde nel terreno e va a ringiovanire la già ricca valle incontaminata. In compenso però, all'interno del comprensorio fanno da richiamo le targhe di marmo che in bella vista, dimostrano ai visitatori che le Terme risalgono all'antichità ed erano molto frequentate.
Questo benefico gioiello antico tanto criticato poiché abbandonato, che ha perso lo smalto di quell'epoca, attende che qualcuno, un giorno di un tempo non lontano si risvegli e con un paio di milioni d'euro, lo riporti a risplendere come allora, e ridarlo efficiente alla popolazione liparota e al mondo della grande richiesta turistica termale.
D'altronde il Capoluogo dell'Arcipelago Eoliano è un'Isola di rara bellezza, selvaggia, primitiva che come in un sogno, il tempo si è fermato. L'Isola maggiore delle Isole Eolie ha una grandiosa ricchezza archeologica, una cultura storica millenaria, bellezze naturali e ovunque panorami mozzafiato. Ma, secondo il mio parere, come le terme, è da riportare agli antichi splendori, mentre nel frattempo, meriterebbe una diversa attenzione e migliore scenario turistico internazionale. Purtroppo, ancora oggi, le antiche terme di San Calogero, tra diatribe, beghe politiche e varie, sono abbandonate e non si sa che fine farà. Oggi le Terme di San Calogero, non godono più di quel prestigio del tempo che fu, e l'attuale acqua benefica che sgorga nella piccola piscina, lascia a tutti i liparoti, un vago ricordo di quelle che furono le antiche Terme di San Calogero.
Sicuramente sarebbe potuta essere una grande opportunità quella di poter ampliare e riportare a rivivere quel sito benefico, che per il Capoluogo dell'Arcipelago fa parte della storia di Lipari. Certamente con la riapertura delle Terme, qualora fosse possibile, in considerazione della scarsità di siti termali siciliani, si creerebbe un flusso turistico di tutto rispetto, posti di lavoro e un volano economico per tutto l'anno (naturalmente col rispetto dell'ambiente, un porto in sicurezza, e con un Aeroporto, cambierebbe totalmente anche la faccia del turismo del terzo millennio). Oggi dopo quasi quarant'anni, il complesso termale di San Calogero, è curato da una Cooperativa semplicemente per visite guidate e mostre di ogni genere.
L'INTERVENTO
DI ALDO NATOLI
Ritengo che le considerazioni fatte dal Direttore Felice D'Ambra debbano farci riflettere, perchè il degrado riscontrato lungo la strada che porta allo Stabilimento di San Calogero lo vediamo su buona parte dell'isola: nelle spiagge, nei sentieri, nelle strade, nei vicoli e, addirittura, sul
Corso Vittorio Emanuele. Eppure nel passato, ritengo che lo possa testimoniare il Direttore D'Ambra, l'Arcipelago lo abbiamo fatto apprezzare per il suo territorio, per l'ambiente e per i suoi cinque millenni di storia.
Oggi, se vogliamo tornare ad essere protagonisti nel Mediterraneo, dobbiamo principalmente riqualificare il nostro territorio e creare adeguati servizi. Dobbiamo compiere delle scelte coraggiose ma necessarie. Per intervenire in maniera efficace per lo sviluppo del settore turistico non abbiamo bisogno di esperti e di studi costosissimi. Basta prendere atto delle linee guida del "Piano Regionale di propaganda Turistica 2014" proposto dall'Assessorato al Turismo della Regione Siciliana. I segmenti che interessano le nostre isole sono: il turismo balneare, dei Beni Culturali, naturalistico, congressuale e salutare/termale.
Quest'ultimo segmento, così come scrive D'Ambra, rappresenta una nicchia di mercato che dovrebbe essere valorizzata con i fanghi di Vulcano, e con le acque definite "miracolose" da insigni Professori, di San Calogero di Lipari. Quindi bisogna puntare anche sulla riattivazione dello Stabilimento Termale di San Calogero che fortunatamente un'Associazione locale ne ha cura mantenendone viva la sua storia.
Ma sorge spontanea una domanda: lo Stabilimento deve diventare un Museo? Un luogo di sosta per i vacanzieri giornalieri, magari per un frettoloso bagno in piscina? Oppure deve tornare ad essere un luogo di cura che attrae una clientela internazionale? In questo caso bisogna rimodernare la ricettività ed i servizi, e dotarlo di adeguate professionalità. Ma soprattutto bisogna chiamare un luminare del settore per verificare il flusso delle acque e determinare la quantità di bagni giornalieri al fine di quantificare i costi ed i ricavi. Tutti ricordiamo che per un progetto
"insensato" il flusso delle acque ha subito qualche modifica, speriamo di lieve entità.