Le Eolie meritano di Alfio Ziino
di Alfio Ziino
Ho letto la nota a firma Valentina Marino "Le Eolie meritano...." e ne condivido in pieno forma e contenuto. Il turismo mordi e fuggi nulla arreca alle Eolie se non che danni e non solo di immagine. Molti anni addietro ho scritto più e più volte che si sarebbe dovuto scegliere di quale turismo vivere, se di massa o elitario. Rammento che fui definito quale classista, come se non fosse un mero dato di fatto la constatazione che un territorio può contenere ed offrire tanto quanto la sua estensione e le sue strutture consentono ed offrono. Era su queste, sulle strutture, che si sarebbe dovuto intervenire, ma l'ottusità di una imprenditoria alberghiera, concentrata nelle mani di due o tre famiglie, imprenditoria per di più "pesante" nella locale pubblica amministrazione, nulla ha consentito.
Rammento che la Abano Terme si era proposta per la gestione delle Terme di San Calogero, ma i vari Conti Famularo ed affini si opposero al grido "faremo noi". E nulla fu ovviamente fatto, vuoi per reciproche gelosie, terrore di concorrenza, incapacità nello specifico. E le grandi Agenzie di Viaggi? neanche prese in considerazione le Eolie per un semplice motivo. Esse si muovono e vanno lì ove esistono strutture alberghiere con capacità ricettive pari al numero di passeggeri di voli charter e loro multipli: cioè centoottanta, trecentoessanta, cinquecentoquaranta posti letto.
Dove sono dette strutture? mi si obiettò che detti grandi manufatti avrebbero snaturato l'Ambiente. Una sciocchezza, si tratta solo di rivolgersi a chi è capace di coniugare edificazione, ambiente e natura. E il turismo della seconde case? che in fondo, per la comunità in genere, artigiani e commercianti in particolare, è il più redditizio posto che il lavoro, e la ricchezza che offrono lo son per tutto l'anno.
Patrimonio, quello delle seconde case, che va sempre più svalutandosi per il banale, illogico, cretino divieto di aver esse la piscina. E sul punto nessuno ha fatto alcunchè. Aeroporto e/o eliporto? idem. Alla signora Valentina Marino ho solo da dire, ahimè, non v'è speranza.