Il mostro di Firenze di Massimo Gramellini
di Massimo Gramellini
E adesso tutti daremo la colpa a Vittorio Vitiello, il pompeiano residente a Firenze che pare gestisse il famoso sito con l’organo genitale nel titolo. Scopriremo che già a scuola sbirciava nei bagni delle ragazzine e che a vent’anni prese una multa per divieto di sosta davanti a un negozio di sex toys. Conosciamo lo schema perché è comune a tutti gli scandali. Si individua il capro espiatorio e lo si prende a sputi e monetine, affinché gli altri capretti possano continuare a pascolare in santa pace.
Certo, non ci stancheremo di denunciare la maleducazione affettiva di quelli che inzeppano di immagini becere il gruppo Facebook della palestra o del calcetto pensando che la M di maschio significhi muscoli, invece di maturità. Ma il problema non sta solo nel modo in cui ancora troppi uomini vedono le donne, ma nel modo in cui gli esseri umani in genere guardano i loro simili.
Chi mette sui siti sessisti la foto di una signora più o meno famosa, e chi la commenta, non si chiede mai se quella donna sia una creatura reale, con una sua sensibilità e dignità. Come non se lo chiede chi insulta o deride gli altri sui siti di calcio, politica, giardinaggio.
Appena tendiamo l’arco dei social, diventiamo tutti sceriffi di Nottingham travestiti da Robin Hood. E i bersagli umani delle nostre frecce intinte nel disprezzo retrocedono a oggetti inanimati, puri pretesti per scaricare pulsioni che la vita reale ci costringe a reprimere.
Lo so, è filosofia spicciola. Chiamatela pure Philosophia.eu.(corrieredellasera.it)
Melbourne, è deceduto Lucio Muleta
di anni 87
Era nativo di Pianoconte
Ai familiari le condoglianze del Notiziario delle Isole Eolie