
Filicudi, Monica Blasi Si va avanti imparando sempre qualcosa dal mare, sempre e per sempre il mio primo maestro di vita
di Monica Blasi
L'altra sera a Pecorini Mare in pochi minuti il libeccio ha creato il panico. Era preannunciato ma purtroppo ben poco c'è da fare se non aspettare quello che verrà. Le boe tutte occupate da barche turistiche purtroppo. In un piccolo moletto decine di barche ancorate una dietro all'altra sbattevano e ondeggiavano e, nonostante vari controlli, il mio motoscafo ha spezzato la barra a cui era fissato di prua e si è mollato finendo sugli scogli.
Non era mai successo ma c'è sempre una prima volta. Quante volte ho passato la notte in mezzo al mare con i fulmini in attesa che il mare si calmasse. Quante volte mi sono buttata di notte nella tempesta per salire sulla barca che imbarcava acqua tra le onde alla boa...questa volta mi sono distratta un attimo. Non è colpa di nessuno. Per fortuna nessun danno grave, grazie al pronto intervento di tanti. Solo tanta tensione, paura e angoscia di perdere quello che hai conquistato con tanta fatica, sudore e sacrificio di una vita di lavoro.Una sensazione che ho provato migliaia di volte a Filicudi quando entrano le mareggiate. Solo chi vive in una piccola isola senza porti riparati può capire cosa si prova.
Le nottate sul molo con chi vive la tua stessa sensazione. Gli altri che continuano a dormire e a festeggiare senza rendersi conto di niente. In genere si crea tanta solidarietà tra gli isolani che collaborano tra loro per darsi supporto nel tirare su le barche sugli scogli o sul molo, per assistere le emergenze di chi si è staccato dalla boa e per fissare meglio le barche al molo, che non hanno trovato una boa disponibile in piena estate.
Gli isolani che a volte non si parlano perché bisticciati tra loro durante la tempesta si aiutano, incredibile e meraviglioso azzerare tutto di fronte all'emergenza. Questo è un aspetto dell'isola, un'isola con la I maiuscola, che adoro. Rimane il fatto che per un gruppo costituito da sole donne come il nostro è sempre un'esperienza forte ed emotiva.
Ed essendo donne in un mondo di uomini è facile aver puntato il dito contro con quello che si doveva fare per evitare...come se l'essere donna implichi per forza una incapacità nei lavori "da uomo" e non una risorsa diversa, quella dell'empatia, della gentilezza, della solidarietà e della comprensione, che noi donne sappiamo spesso dimostrare per affrontare le difficoltà insieme.
Volevo ringraziare Stefanino, Franco e tutto le persone che si sono preoccupate per noi questa notte, per l'aiuto fisico e psicologico di tanti, in primis il mio fantastico staff che si è fatto in 4 per aiutarmi. Si va avanti imparando sempre qualcosa dal mare, sempre e per sempre il mio primo maestro di vita.