Eolie, 'meritano un turismo che le rispetti, che le viva, che le riconosca come luoghi veri' di Valentina Marino

di Valentina Marino  

C'è un fenomeno in forte crescita che riguarda le Eolie e che merita attenzione.

Negli ultimi mesi abbiamo partecipato a diversi workshop e fiere del turismo, con l’intento di far conoscere e promuovere in modo corretto il territorio eoliano. Durante questi incontri abbiamo dialogato con operatori italiani e stranieri che si dichiaravano già attivi nella “vendita” delle Eolie.

Approfondendo però le loro proposte, abbiamo scoperto una realtà diversa da quella che ci si aspetterebbe: per molti di loro, “vendere le Eolie” significa abbinarle a soggiorni effettuati lungo la costa Calabra - soprattutto tra Tropea e Lamezia Terme - o sulla costa siciliana come Capo D'Orlando, inserendo semplicemente una visita giornaliera alle isole.

È un modello che si sta diffondendo rapidamente, alimentato anche dalla nascita di nuove società pronte a cavalcare questo tipo di offerta.

Ma un modello così strutturato non restituisce nulla al territorio eoliano: tutta l’economia che genera resta altrove, perché parliamo di realtà che operano completamente fuori dalle isole, limitandosi a sfruttarne il nome, l’immaginario e il potere di attrazione.

Le Eolie finiscono così ridotte a scenari da attraversare, quasi fossero isole esposte sotto una teca, da osservare rapidamente prima di tornare sulla terraferma.

E chi vive qui rischia di essere percepito come presenza accessoria, come parte del “folklore” da fotografare e dimenticare.

Inoltre, questo tipo di turismo giornaliero, genera problemi concreti anche per chi sceglie un turismo stanziale e rispettoso: ci sono giornate in cui intere spiagge – come accade spesso a Stromboli – vengono occupate in modo disordinato, selvaggio, da gruppi numerosi che sbarcano tutti insieme, in massa, invadendo gli stessi luoghi nello stesso momento, come carichi umani trasportati senza alcuna sensibilità per i tempi e gli spazi dell’isola.

Una pressione eccessiva che non solo non porta beneficio, ma danneggia l'esperienza di chi soggiorna davvero alle Eolie, oltre a mettere in difficoltà gli equilibri sociali e ambientali.

Per tutte queste ragioni, non possiamo limitarci a osservare passivamente la crescita di questo trend.

E' necessario avviare una riflessione serie e una collaborazione concreta tra operatori, istituzioni e comunità locali, per trovare soluzioni che tutelino l’identità delle isole e impediscano che vengano progressivamente svuotate del loro significato, ridotte a tappe rapide di un catalogo.

Le Eolie meritano un turismo che le rispetti, che le viva, che le riconosca come luoghi veri.

E solo lavorando in sinergia possiamo garantire che restino tali.

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