Da Milano in linea Alan Marchesi. Inflazione e deflazione: cosa vale davvero il ns. denaro oggi
Inflazione e deflazione: cosa vale davvero il ns. denaro oggi
di Alan Marchesi *
C’è una verità semplice che spesso sfugge nel frastuono delle percentuali e dei comunicati ufficiali: il denaro non vale mai quanto crediamo che valga.
Vale ciò che può comprare. Punto. E questo potere, silenzioso, invisibile, misurabile solo confrontandoci con la vita reale ciò che l’inflazione e la deflazione continuano, da sempre, a ridefinire. Negli ultimi anni abbiamo visto l’inflazione correre, poi ripiegare, poi risalire quel tanto che basta per ricordarci che non se n’è mai davvero andata. E in mezzo, famiglie e imprese hanno dovuto fronteggiare un paradosso: numeri che sembrano dire una cosa, sensazioni quotidiane che spesso ne raccontano un’altra. L’inflazione è, da manuale, l’aumento dei prezzi. La deflazione, la loro discesa. Ma il punto non è cosa fanno i prezzi: è cosa succede alle nostre tasche:
Con l’inflazione, il denaro perde peso: una banconota sembra la stessa, ma “pesa” meno,
con la deflazione, la moneta pesa di più, ma l’economia rischia di non muoversi affatto.
È un gioco di equilibri fragili, in cui ciò che conta non è il valore scritto sul portafogli, ma il valore reale, quello che resiste alla prova dell’esperienza: il carrello della spesa, il pieno di benzina, la rata del mutuo, l’affitto. Viviamo in un mondo che ama i numeri puliti: stipendi, rendite, aumenti contrattuali, crescita del PIL.
Numeri che fanno bella figura nei titoli, ma che rischiano di ingannarci se non vengono “ripuliti” dall’effetto dei prezzi. Uno stipendio che sale del 2% con prezzi al +3% non è un aumento: è un arretramento mascherato. Un investimento che rende il 4% in un anno con un’inflazione al 5% non è un guadagno: è una perdita leggera, ma pur sempre una perdita. Il “nominale” è il racconto, il “reale” è la verità. I dati più recenti ci consegnano un’inflazione che in Italia galleggia intorno all’1–2%. È un livello che gli economisti definirebbero “sano”, lontano dalle fiammate del passato. Eppure, per molte famiglie, la sensazione è diversa, perché?
I redditi reali non hanno ancora recuperato le perdite accumulate negli anni caldi dell’inflazione, i costi essenziali (casa, energia, alimentari), non seguono mai perfettamente la media generale, la 'normalità' dei prezzi non cancella le cicatrici lasciate dalla corsa precedente: Il risultato è una contraddizione tutta italiana: inflazione bassa, percezione alta. Dall’altra parte, la deflazione affascina perché promette ciò che tutti vorremmo: prezzi che scendono: Ma è una promessa pericolosa. Prezzi in calo possono sembrare una buona notizia, finché non si scopre l’altro lato del grafico: consumi fermi, investimenti che non decollano, salari che non crescono, debiti che pesano sempre di più. La deflazione è come il silenzio in un teatro: rassicurante nei primi secondi, inquietante subito dopo.
Quando si misura la crescita del Paese, guardare solo al PIL nominale è come osservare un’auto muoversi senza sapere se è in salita o in discesa: Solo il PIL reale (quello ripulito dall’effetto dei prezzi) dice la verità. Stiamo producendo più ricchezza o stiamo solo pagando tutto più caro? Negli ultimi anni, molte delle variazioni “positive” sono state spinte dall’inflazione, non da una maggiore produzione. E questo è un dettaglio che fa la differenza tra ripresa e illusione.
Per capire cosa sta accadendo davvero al proprio benessere economico, servono poche regole chiare: confrontare sempre aumenti di stipendi e prezzi, sottrarre l’inflazione dai rendimenti: (un 5% nominale non è un 5% reale), osservare i prezzi dei beni “che contano”, non solo le medie ufficiali (ISTAT), diffidare delle cifre isolate: il contesto è la metà dell’informazione.
Inflazione e deflazione non sono solo fenomeni macroeconomici: sono le lenti attraverso cui si vede, o non si vede il mondo economico che cambia. In tempi come questi, in cui i grafici sembrano rassicuranti ma la vita quotidiana racconta altro, ricordarsi che il valore reale è ciò che resta quando togliamo le illusioni è l’unico modo per navigare con lucidità. Il portafoglio può sembrare quello di ieri. Ma ciò che ci permette di comprare oggi è la vera misura del nostro potere di acquisto.
*Economista, Esperto Finanziario Esclusiva per notiziarioisoleolie.it