Lipari, contestati i pontili nell’unica spiaggia del centro pronta petizione con ricorso al tar
Lipari - “No ai pontili galleggianti nella spiaggia di Porto delle Genti”.
Dopo l’appello pubblico lanciato dal sindaco Riccardo Gullo “farò di tutto per non farli collocare e se è il caso mi rivolgerò anche al tar di Catania”, scendono in campo anche i cittadini.
Su iniziativa di Marisa Virgona che per decenni è stata la “Regina” dei pezzi di spiaggia inghiottita dalle mareggiate nel cuore dell’isola, visto che l’accudiva soprattutto d’estate. Difatti, in pieno centro pur ridotta ad una lingua di litorale, era l’unico sfogo per gli abitanti e vacanzieri per fare un tuffo vicino casa.
E insieme alla signora Anna Chiara La Cava ha promosso una petizione che in pochi giorni ha già raccolto oltre 200 firme e che sarà inviata anche alla Regione.
La spiaggia – tra l’altro – è anche un luogo della memoria. Lo ricorda la storica Marilena Macrì Maffei “Memoria religiosa, culturale, sociale – spiega - per gli abitanti. Il senso e la storia della spiaggia di Portinente fortemente coincidono con il culto di san Bartolomeo. Santo che è patrono e protettore delle sette isole. Il corpo dell’apostolo navigando prodigiosamente dal Mediterraneo orientale giunse nell’isola approdando proprio nella spiaggia. L’arrivo avvenne il 13 febbraio del 264, e conferì una profonda valorizzazione simbolica che si mantiene nel corso del tempo.
Dopo oltre un millennio, infatti, è stata sempre il luogo prescelto per l’arrivo di una preziosa reliquia del Santo donata dal Capitolo della Cattedrale di Venezia e portata a Lipari da una nave della Regia Marina il 22 agosto 1926. In un lunghissimo arco di tempo, la spiaggia si conferma pertanto quale luogo che continua ad essere investito da processi sociali tesi a riconoscerlo come una scenografia marinara strettamente legata alla figura di San Bartolomeo”.
“E quanto sia profondo quel processo di costruzione di senso che connota la spiaggia di Portinente – continua la professoressa Maffei - lo rivela anche il racconto di Teodoro Studita (759-826): l’arrivo di San Bartolomeo preceduto da un’annunciazione al vescovo Agatone, ma quando la cassa con le spoglie del Santo sta per toccare terra divenne così pesante che gli uomini non riuscirono a tirarla a riva. Di fronte a quel corpo che la forza degli uomini non poté trasportare si ricorse all’aiuto di caste vitelle. Solo allora miracolosamente il Santo si lasciò portare a riva. Il rifiuto del Santo di arrivare a terra tirato dalle braccia degli uomini persiste, cambia invece l’immagine di chi trascinò la cassa a terra. Nella contemporaneità sono dei bambini a fare approdare quella cassa senza sforzo e fatica e non degli animali”.
E conclude: per quest’insieme di motivi alcuni anni fa Anna Siracusano ed io abbiamo presentato la richiesta alla Regione, assessorato dei beni culturali e dell’identità siciliana per fare inserire la spiaggia di Portinente nel Registro dell’Eredità Immateriali – Libro degli Spazi simbolici. La richiesta venne accolta con la seguente motivazione «La Spiaggia di Portinente ha un ruolo di grande pregnanza simbolica nella storia dell’isola di Lipari e tuttora costituisce un tassello ineludibile della sua identità». E ancora: «Un luogo che caratterizza in modo speciale l’identità eoliana».