Cesarò, i Cc hanno commemorato il sacrificio del Brigadiere Salvatore Guffrida assassinato
CESARÒ: I CARABINIERI DEL COMANDO PROVINCIALE DI MESSINA COMMEMORANO IL 35° ANNIVERSARIO DALLA MORTE DEL BRIGADIERE M.A.V.M. SALVATORE GIUFFRIDA
Nel solco della tradizione che si rinnova ogni anno, i Carabinieri del Comando Provinciale di Messina hanno commemorato il sacrificio del Brigadiere Salvatore GIUFFRIDA, assassinato il 23 novembre 1990 nel corso di un conflitto a fuoco nei boschi di Cesarò e per questo decorato - il 18 maggio 1992 - con la Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria.
Per celebrare la ricorrenza, i Carabinieri hanno organizzato un intenso momento di raccoglimento nel bosco sito a Contrada Mazzaporro di Cesarò, ove si era verificato l’episodio.
Nel corso della cerimonia - semplice, ma molto raccolta e sentita - il Comandante della Compagnia Carabinieri di Santo Stefano di Camastra (ME), Magg. Angelo SALICI, e la vedova del Brigadiere GIUFFRIDA hanno deposto, sulle note del silenzio, un cuscino di fiori sulla lapide che ricorda il militare nel luogo ove, il 23 novembre del 1990, prima di cadere proditoriamente, si era imbattuto in un soggetto che aveva già ferito un Carabiniere con alcuni colpi d’arma da fuoco.
Nella circostanza, è stata data anche lettura della motivazione con cui il militare è stato insignito dell’alta onorificenza:
“Comandante di Stazione, avuta notizia che insano di mente aveva esploso, proditoriamente e con intenti omicidi, numerosi colpi d’arma da fuoco contro militari dell’Arma di presidio a struttura fissa in territorio di comando limitrofo, sebbene febbricitante, interveniva di iniziativa sul posto.
Successivamente prendeva parte ad azione di rastrellamento, diretta dal Comando Superiore, durante la quale non esitava a fronteggiare il folle per consentire il soccorso di pari grado che, ferito, non era in grado di porsi al riparo.
Ingaggiava quindi violento conflitto a fuoco nel corso del quale veniva colpito mortalmente. Fulgido esempio di generosità, di abnegazione, di coraggio e di alto senso del dovere”.
Monte Soro, 23 novembre 1990.
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